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  • Articles  (265)
  • 2005-2009  (265)
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  • 1
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Le reti permanenti GPS costituiscono una importante risorsa per una serie di studi tecnologici e scientifici. La carenza di conoscenze in studi di tettonica attiva, che comprendono anche la parte di sismologia come l'accumulo di deformazione sulle faglie, è stata a lungo frenata dalla mancanza di reti permanenti GPS sufficientemente dense distribuite su tutto il territorio nazionale. In particolare, la definizione di una placca Adriatica e la sua terminazione meridionale sono ancora materia di dibattito (Oldow et al., 2002; Battaglia et al. 2004). Inoltre, di recente, alcuni importanti lavori (Hollenstein, et al. 2004; D'Agostino and Selvaggi; Serpelloni et al. 2005) hanno mostrato che valori di deformazione molto più alti di quanto si pensava prima sono stati effettivamente riscontrati nella nostra regione e che solo l'uso di una rete densa di stazioni, quindi di un campionamento ad alta densità nelle aree dove sono maggiori le velocità relative, permette di osservare in modo corretto il rilascio, o accumulo, di deformazione. Infine, il contributo della geodesia alla sismologia sta diventando sempre più importante sia nella definizione del rilascio cosismico durante un terremoto e sia nell'osservazione e modellazione dell'accumulo intersismico di deformazione elastica su faglie attive. Da qualche anno, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha impiegato notevoli risorse e sforzi per rispondere a tali temi scientifici. Selvaggi et al. (2006) hanno gettato le basi e mostrato i primi sviluppi di una rete GPS permanente, la Rete Integrata Nazionale GPS (RING), creata con l'obiettivo di dare un forte contributo scientifico ai temi sopra citati La rete RING (Fig. 1a), nella sua completezza, rappresenta ad oggi non solo un punto di riferimento per studi di carattere scientifico ma anche una robusta infrastruttura tecnologica e informatica per l'archiviazione dei dati GPS per diverse altre reti locali e regionali (Regione Puglia, Regione Friuli, Leica Geosystems). Tali reti, contribuiscono quotidianamente all'acquisizione, all'interno di un server, di dati per un totale di oltre 300 stazioni distribuite sul territorio nazionale (Fig. 1b). Se, poi, si considera anche l'aspetto del processamento dei dati GPS, l'utilizzo di dati GPS appartenenti ad altre reti (locali, regionali o anche esterne al territorio italiano) fa sì che ogni analista utilizzi i dati, in media, di circa 650 stazioni GPS permanenti al giorno.
    Description: Published
    Description: L'Aquila - Italia
    Description: 1.9. TTC - Rete GPS nazionale
    Description: reserved
    Keywords: Geodesy ; GPS ; RING Network ; Tectonics ; 04. Solid Earth::04.03. Geodesy::04.03.07. Satellite geodesy
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Poster session
    Location Call Number Expected Availability
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  • 2
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: The INGV started its interest to extend the seismic monitoring network to the sea in 1995 with GEOSTAR (Geophysical and Oceanographic Station for Abyssal Research) project, coming out with the realization of the first multidisclipinary observatory for deep-sea monitoring [Favali et al. 2002]. At the end of 2004, the National Earthquake Center (CNT) of INGV decided to provide a pool of Ocean Bottom Seismometers to be employed as a submarine mobile network and to study submarine faults and volcanoes. This was possible thanks to an agreement between the INGV and the Italian National Civil Protection Department (DPC). On July 2006, the Gibilmanna OBS Lab, tested the first OBS prototype for nine days on the flat top of the Marsili submarine volcano [D’Anna et al. 2007] and in early 2007 other seven OBS’s were ready to be deployed on the seafloor. In May 2007, within the European project NERIES (activity NA6), the Gibilmanna OBS Lab of the INGV has deployed three Broad Band Ocean Bottom Seismometers (BBOBS) in the southern Ionian Sea at 3500-4000 meters of depth. This area has been chosen during the NERIES – “NA6-BBOBS net” meeting in Rome, on the 11th of September 2006 because at first, there are at the moment few seismological data [Scrocca et al., 2003] to construct a reliable model for the Ionian lithosphere and also the rate and features of the seismicity in the area between the Hyblean-Malta fault system and the accretionary prism of the Calabrian Arc are largely unknown [Catalano et al. 2002]. The Ionian Sea is indeed one of the most seismically active area in the Mediterranean region with several destructive earthquakes sometimes followed by tsunamis [Tinti et al. 2004]. The seismicity occurring in the Ionian basin is characterized by large location uncertainties due to the lack of seafloor seismic stations. In 2002, the quality of the seismic sensing and the location of earthquakes have been improved by the deployment of the real-time submarine observatory SN-1, about 25 km offshore Eastern Sicily [Sgroi et al, 2007]. However, the SN-1 location only allows to characterize the seismicity in the area offshore the eastern Sicily. Two of the three OBS’s were successfully recovered on the 2nd of February 2008; the last one was recovered on the 15th of March 2008 and another OBS was deployed on the same location to accomplish the continuous long-term seismic monitoring task (until May 2010) as planned in NERIES project.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Centro Nazionale Terremoti
    Description: Published
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS ; Ionian Sea ; NERIES ; BBOBS ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 3
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Il Centro Nazionale Terremoti (CNT), in collaborazione con la sezione di Catania, ha progettato e realizzato un esperimento di sismica passiva nell’area Calabro–Peloritana il cui scopo è fornire nuovi dati sismici volti a comprendere come le dinamiche superficiali ed il processo di subduzione interagiscano tra loro, migliorando così la comprensione dei processi sismogenetici nella zona colpita dal terremoto del 1908 [Margheriti et al., 2008; http://dpc-s5.rm.ingv.it]. Con l’obiettivo di ridurre l’errore di localizzazione degli ipocentri degli eventi verificatisi nell’area interessata dal progetto, ad integrazione delle 30 stazioni della rete sismica nazionale già presenti nell’area in esame, l’esperimento ha previsto l’installazione di 15 stazioni della rete mobile e la deposizione di 5 OBS/H (Ocean Bottom Seismometer with Hydrophone), per un numero complessivo di 50 stazioni sismiche larga banda 3C coinvolte nel progetto. La campagna sismica a terra ha avuto inizio nell’ottobre 2007 e ad oggi (gennaio 2009), le stazioni sono ancora in funzione, mentre la deposizione dei cinque OBS/H è avvenuta tra il 15 e il 18 luglio 2008 ed il loro recupero è stato effettuato tra il 6 e il 7 novembre 2008. Gli OBS/H, progettati e realizzati presso l’OBS Lab di Gibilmanna, sono stati equipaggiati con sismometri Nanometrics Trillium 120p (120s - 175 Hz) e con sensori differenziali di pressione (Differential Pressure Gauge) Cox-Webb, con banda passante tra i 200s e i 2Hz. La base autolivellante sulla quale è installato il sensore sismico è stata realizzata anch’essa presso l’OBS Lab di Gibilmanna nei mesi intercorsi tra il recupero degli OBS impiegati nella prima campagna NERIES, avvenuto nel marzo 2008, e il luglio 2008, data della deposizione degli OBS del progetto “Messina 1908 – 2008”. La necessità di realizzare una nuova base autolivellante in tempi così brevi, è stata una diretta conseguenza dei risultati negativi ottenuti dalla base Nautilus in occasione della già citata campagna NERIES [D’Anna et al., 2008]: due sismometri su tre non si erano livellati nel range di ±0.2°, massimo tilt dinamico previsto per i Trillium 120p, provocando il non funzionamento degli stessi. Come meglio verrà analizzato nei paragrafi successivi, le problematiche affrontate nella realizzazione di questi dispositivi di livellamento sono state molteplici e di difficile soluzione. L’analisi preliminare dei dati ha evidenziato che soltanto uno dei cinque sensori sismici ha funzionato correttamente per l’intero periodo, mentre gli altri quattro hanno funzionato in media per circa 20 giorni. Causa di ciò, un rapido consumo delle batterie dovuto ad un livellamento sì compreso nel range di ±0.2° dall’orizzontale, condizione necessaria perché il sismometro sia in grado di rilevare eventi sismici, ma oltre il range di ±0.1°, condizione necessaria perché i consumi del Trillium120p si riducano da circa 2.5W ai 600mW nominali. I risultati ottenuti da questo esperimento, sono comunque da inquadrare in una successione degli eventi che ha fatto sì che lo sviluppo di questa nuova base autolivellante fosse condizionato da una certa urgenza: al CNT premeva presentare i dati raccolti dagli OBS al convegno “Scienza e società a 100 anni dal grande Terremoto”, che si sarebbe tenuto a Reggio Calabria dal 10 al 12 dicembre 2008 e visti gli insuccessi della base Nautilus nel precedente esperimento, ci si è trovati di fronte alla necessità di progettare e sviluppare un nuovo sistema di livellamento per i Trillium 120p nell’arco di tre mesi e mezzo. Queste, oltre a quelle di natura economica, le ragioni per cui non è stato possibile procedere secondo un iter che per noi, come per le aziende che operano nel settore marino, è uno standard: - Progettazione; - Realizzazione del prototipo; - Test in laboratorio (e. g. tavola vibrante) - Test in camera iperbarica; - Test in mare; - Produzione in serie; E’ nostra intenzione, in un prossimo futuro, portare avanti lo sviluppo di questa base autolivellante, con tempi e risorse finanziare ed umane più appropriate. Ciò che riportiamo in questo Rapporto Tecnico vuole essere una descrizione del lavoro sin qui svolto, anche se non conclusivo e risolutivo, ma che ci ha già permesso di individuare delle problematiche fondamentali la cui soluzione sarà oggetto di studi più approfonditi. Rimane positivo il fatto che le basi già realizzate riescono già da adesso a livellare automaticamente un sensore entro un range di ±0.2°. Gli OBS/H dell’INGV verranno nuovamente deposti con la stessa disposizione del progetto “Messina 1908 – 2008” nell’estate 2009, nell’ambito del progetto S5 finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile. Per sopperire alle problematiche riscontrate nella marinizzazione del Trillium 120p, si è scelto di installare a bordo degli OBS dei sensori Guralp CMG40T-OBS (60s – 100 Hz), progettati per installazioni in mare sino a profondità di 6000 m è già dotati di una propria base autolivellante. Il motivo per il quale non si è utilizzato nelle passate campagne questo tipo di sensore è da addebitare unicamente al fatto che sui fondi DPC della convenzione 2005-2007 non è stato possibile inserire l’acquisto di questi specifici sensori, mentre erano disponibili i Trillium 120p.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
    Description: Published
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS, Stretto Messina, Messina 1908 2008, Progetto S5 ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 4
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Since 2004, the Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) is investing important energies for the creation of a continuous GPS network dislocated all over the Italian territory. Data transmission will occur in real time, integrating the experiences already existing in the different INGV institutes and developing a 3-yrs strategy for the new installations. The main targets of the network are represented by active tectonics studies, including also the seismological part as strain accumulation on faults. Within a 3-yrs funding project, it is expected, to realize for the scientific community an infrastructure which is comparable to those existing in countries where advanced crustal deformation studies are carried out. Thus, INGV have co-located the classical seismological instrumentation (broad band seismometers and accelerometers) with GPS receivers to observe and quantify the whole seismic cycle. In this short paper, we describe the CGPS network, the technological choices for the monumentation and the data transmission, the data and metadata management and, finally, the data policy and the deliverables.
    Description: INGV
    Description: Unpublished
    Description: reserved
    Keywords: RING ; 04. Solid Earth::04.03. Geodesy::04.03.01. Crustal deformations ; 04. Solid Earth::04.03. Geodesy::04.03.06. Measurements and monitoring
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 5
    Publication Date: 2020-02-24
    Description: In 2005, thanks to the 3-year agreement between Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC) and Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) - Centro Nazionale Terremoti (CNT), the project of the first Italian “Ocean Bottom Seismometer with Hydrophone” (OBS/H) for long-term deployment was developed at the OBS Lab of the Gibilmanna Observatory (Sicily). The drawing of the instrument started in January 2005 and, after 18 months, the prototype was ready for test in laboratory, in shallow and deep water. Afterwards, the first OBS/H was tested during an oceanographic campaign on the Marsili submarine volcano, from the 10th to the 21st of July 2006.More than 1000 events of several kinds were recorded: 817 VTB (Volcano Tectonic events, B-type), 159 HF (High Frequency events), 53 SDE (Short Duration Event), 8 regional events localized by INGV land network, 10 not localized events, 1 teleseismic event an 2 rockfall events. The INGV OBS/H are equipped with: - Nanometrics Trillium 120p seismometers (theoretical flat response between 120s and 175 Hz) installed in a 17 inches glass sphere on a Nautilus gimbal for the leveling or Guralp CMG40T-OBS (flat response between 60s and 100 Hz); - Cox-Webb Differential Pressure Gauge (bandwidth 500s-2Hz) or OAS E-2PD hydrophone (0-5kHz); - 21 bits, 4 channels SEND Geolon-MLS digitizer with sampling frequency up to 200 Hz.
    Description: Published
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS OBS/H Marsili Ocean Bottom Seismometer ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: book
    Location Call Number Expected Availability
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  • 6
    Publication Date: 2021-03-01
    Description: Results of probabilistic seismic hazard assessment (PSHA), in terms of macroseismic intensity applied to the Mt. Etna region, are presented. PSHA has been performed using a numerical procedure based on the extensive use of local macroseismic information, as an alternative to the usual Cornell-McGuire methods. The large amount of intensity data available for this area - coming from the Italian intensity database DBMI04 for the regional earthquakes, and from the Etna catalogue for the ‘local’ events - has provided fairly exhaustive seismic site histories (i.e. the data set of macroseismic observations available for a given locality) to estimate the seismic hazard for 402 localities on the volcano. In order to improve the completeness of the site catalogue when historical information is missing, observed intensity data have been integrated with values calculated from epicentral information obtained by using an attenuation law specific for the Etna region. Using a probability distribution considering the completeness of the input database and the uncertainty of intensity data, the hazard in terms of maximum intensity (Iexp) characterised by a 10% probability of exceedance in an exposure time of 50 years, has been computed. The highest values ( Iexp = IX or X) are found in the south-eastern flank of Mt. Etna while the rest of the volcano is exposed to a lower hazard (Iexp = VIII). Despite the low energy (M≤4.8) compared with that of the large regional earthquakes affecting the area (6.6≤M≤7.4), the local events strongly influence the pattern of the hazard in the eastern sector of Mt. Etna, representing a significant, and sole, source of hazard when a shorter exposure time (e.g. 30 years) is considered.
    Description: Published
    Description: 77-91
    Description: N/A or not JCR
    Description: reserved
    Keywords: probabilistic sesmic hazard ; macroseismic intentity ; Mt. Etna ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.11. Seismic risk
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Expected Availability
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  • 7
    Publication Date: 2020-11-16
    Description: Here we report the results of the analysis of a GPS velocity field in the Umbria–Marche Apennines (central Italy) obtained from the integration of diverse geodetic networks. The velocity field obtained shows a high degree of consistency both spatially and in terms of comparison with independent information, despite the limited time span of some GPS stations. Starting from the velocity field we derive a continuous strain rate field applying a spline interpolation technique which provide a smooth estimate of the deformation field. The main feature of the resulting strain rate field is a continuous high (N50 nanostrain/year) strain rate belt coincident with the area of largest historical and instrumental seismic release. The model directions of the principal axes agree with geological and seismological information indicating NE–SW extension. We transform the strain rate field into geodetic moment rate using the Kostrov formula to evaluate the potential seismic activity of the region and compare it with actual seismic release in the last 720 years from MwN5.5 earthquakes. This comparison highlights a large possible deficit in the seismic release with respect to the overall potential seismic activity, particularly concentrated in the northern part of the study area. This discrepancy can be resolved with either a large amount of seismicity to be released in the near future or significant aseismic slip and deformation.
    Description: Published
    Description: 3-12
    Description: 2T. Deformazione crostale attiva
    Description: JCR Journal
    Description: reserved
    Keywords: GPS ; crustal deformation ; Northen Apennines ; 04. Solid Earth::04.03. Geodesy::04.03.01. Crustal deformations
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Expected Availability
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  • 8
    Publication Date: 2021-03-01
    Description: Vengono presentate le stime di pericolosità sismica, in termini di intensità macrosismica, ottenute mediante l’approccio probabilistico proposto da Albarello e Mucciarelli (2002), basato sull’impiego dei dati documentari relativi agli effetti locali prodotti dai terremoti passati (storie sismiche di sito). I risultati forniti da questa procedura (approccio “di sito”), in termini di minimo valore di intensità caratterizzato da una probabilità di eccedenza inferiore al 10% in 50 anni (Iref), sono confrontati con quelli ottenuti sul territorio italiano tramite la metodologia “standard” di Cornell-McGuire. Per meglio comprendere i motivi delle differenze osservate tra le due stime e il ruolo di differenti basi informative, sono state prodotte diverse mappe di pericolosità. Stime di pericolosità a scala locale sono state inoltre effettuate nell’area dell’Etna dove, grazie a numerosi studi macrosismici di dettaglio, sono disponibili storie sismiche di sito particolarmente ricche.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
    Description: Published
    Description: 4.2. TTC - Scenari e mappe di pericolosità sismica
    Description: open
    Keywords: seismic hazard estimates ; intensity data ; Italy and Etna region ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.11. Seismic risk
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 9
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Da sempre la comunità scientifica sente l’esigenza di estendere le proprie conoscenze in campo sia geofisico che vulcanologico verso i fondali marini; tale esigenza ha portato alla realizzazione da parte dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, del primo sismometro a larga banda da fondo mare con idrofono (OBS/H Ocean Bottom Seismometer /Hydrophone), interamente progettato e assemblato presso l'Osservatorio di Gibilmanna (PA) del Centro Nazionale Terremoti. Dopo i test in laboratorio, l’OBS/H è stato deposto “free falling” (a caduta libera) dal 12 al 21 luglio 2006 sulla spianata sommitale del vulcano sottomarino Marsili, alla profondità di circa 790 metri. Il Marsili è situato nel Tirreno meridionale a circa 40 miglia a NW dalle isole Eolie, e con i suoi 3000 metri di altezza dal fondo marino e una lunghezza di oltre 65 km, risulta essere il più grande complesso vulcanico d'Europa, ma data la localizzazione nella piana batiale tirrenica (oltre 3400 m di profondità) la sua attività è poco nota. L’analisi dei 9 giorni di registrazione effettuati dall’OBS/H, ha permesso di evidenziare una elevata attività sismica tipica di vulcani attivi (oltre 800 eventi).
    Description: Da sempre la comunità scientifica sente l’esigenza di estendere le proprie conoscenze in campo sia geofisico che vulcanologico verso i fondali marini; tale esigenza ha portato alla realizzazione da parte dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, del primo sismometro a larga banda da fondo mare con idrofono (OBS/H Ocean Bottom Seismometer /Hydrophone), interamente progettato e assemblato presso l'Osservatorio di Gibilmanna (PA) del Centro Nazionale Terremoti. Dopo i test in laboratorio, l’OBS/H è stato deposto “free falling” (a caduta libera) dal 12 al 21 luglio 2006 sulla spianata sommitale del vulcano sottomarino Marsili, alla profondità di circa 790 metri. Il Marsili è situato nel Tirreno meridionale a circa 40 miglia a NW dalle isole Eolie, e con i suoi 3000 metri di altezza dal fondo marino e una lunghezza di oltre 65 km, risulta essere il più grande complesso vulcanico d'Europa, ma data la localizzazione nella piana batiale tirrenica (oltre 3400 m di profondità) la sua attività è poco nota. L’analisi dei 9 giorni di registrazione effettuati dall’OBS/H, ha permesso di evidenziare una elevata attività sismica tipica di vulcani attivi (oltre 800 eventi).
    Description: Published
    Description: open
    Keywords: vulcano ; sottomarino ; 04. Solid Earth::04.04. Geology::04.04.04. Marine geology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 10
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Per meglio comprendere e monitorare i processi sismo-tettonici in atto nell’area Euro- Mediterranea, negli ultimi decenni si è assistito allo sviluppo in quest’area di oltre un centinaio di reti di monitoraggio sismico a terra. Tuttavia il monitoraggio sismico della regione Euro- Mediterranea tramite sole stazioni a terra è di difficile attuazione; numerosi sono infatti gli eventi sismici con epicentro in mare. L’effetto dell’insufficiente copertura in molte aree prevalentemente offshore delle reti sismiche produce un immagine della sismicità Mediterranea incompleta e distorta. Uno degli obbiettivi del progetto NERIES, attività NA6, è l’estensione offshore delle reti sismiche tramite l’impiego di OBS (Ocean Bottom Seismometer). Nel 2007, all’interno del suddetto progetto, l’OBS Lab (CNT, INGV) ha deposto tre OBS in prossimità di uno dei tre siti chiave proposti da ESONET (European Sea Floor Observatory Network) nello Ionio Meridionale (D’Anna et al., 2008a, 2008b, 2008c, 2008d). Lo Ionio Meridionale e le aree limotrofe, sismicamente molto attive sono attualmente soggette ad una rapida deformazione; i diversi modelli geodinamici del Mediterraneo propongono per la crosta ionica una probabile origine oceanica (Catalano et al., 2001; Finetti e Del Ben, 2005). L’attività sismica, perlopiù superficiale, è in gran parte localizzata lungo gli archi Ellenico, Egeo e Calabro, la Sicilia orientale e la scarpata Ibleo-Maltese. La distribuzione della sismicità e l’evoluzione geodinamica dell’area ionica sono in gran parte determinati dalla convergenza della placca Africana e Euroasiatica (Finetti e Del Ben, 2005). La prima campagna OBS ha permesso di raccogliere dati sismologici per oltre 9 mesi da tre diversi OBS; la seconda conclusasi nel febbraio 2009 ha aggiunto al database sismologico della stazione OBS A3 ulteriori 10 mesi di registrazione in continuo. Durante le 2 campagne l’array di OBS ha registrato oltre 1000 eventi, di cui circa 200 telesismi, 800 eventi regionali e oltre 200 eventi non localizzati da stazioni a terra. In Fig. 1 sono riportati i segnali di velocità e di pressione registrati dalla stazione OBS A3, di un evento telesismico di magnitudo pari a 7.2 con epicentro nella regione dello Xinjiang-Xizang. In una fase preliminare si è voluto valutare l’effetto di queste stazioni sulle performance di localizzazione della Rete Sismica Nazionale applicando il metodo SNES (Seismic Network Evaluation through Simulation, D’Alessandro et al., 2009). Per il calcolo delle mappe SNES è stato stimato il valore medio del rumore sismico sulla componente verticale delle tre stazioni OBS. Le mappe dell’errore sulla stima dell’ipocentro di Fig. 2 sono state calcolate come il raggio della sfera equivalente dell’ellisoide di confidenza al 95% (Radious of Equivalent Spere, RES), per magnitudo pari a 2.5 e 3, fissando la profondità ipocentrale a 15 km. La mappa di Fig. 2 mostra come un’estesa area dello Ionio meridionale risulti meglio coperta in seguito all’installazione delle tre stazioni OBS; in particolare è evidente un notevole miglioramento del RES che in alcune aree prima non coperte scende sotto il valore di 2 km. Gli eventi ben localizzati dalle reti dell’INGV, dell’EMSC, dell’USGS e dalla rete sismica nazionale greca sono stati utilizzati per determinare gli azimuth delle componenti orizzontali degli OBS attraverso un’analisi di correlazione dei back-azimuth ottenuti tramite l’analisi di polarizzazione dei segnali 3C degli OBS e i corrispondenti back-azimuth dedotti dalle loro localizzazioni (D’Alessandro et al., 2008). Successivamente l’analisi di polarizzazione e lo studio dei tempi di arrivo delle onde P ed S ha permesso di effettuare una localizzare approssimativa di molti degli eventi non localizzati dalla rete sismica nazionale. Per un’accurata stima della distanza epicentrale è stato necessario ricavare un modello ottimale di velocità delle onde P ed S per l’area in esame. Per definire un modello 1D di velocità delle onde P per l’area ionica, sono stati invertiti i tempi di arrivo di oltre 300 fasi P degli eventi regionali registrati. Dell’intero dataset sono stati scelti solamente gli eventi con RMS inferiore a 0.3s e errore standard di localizzazione minore di 3.0 km. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili per l’area del bacino ionico e delle aree circostanti, sono stati inoltre scartati gli eventi con ipocentro superficiale in aree intensamente deformate; per queste aree sono state selezionati solo gli evensorgente alla stazione è stato risolto in maniera analitica per i raggi rifratti e tramite la tecnica dello “shooting” per le onde dirette. Nella soluzione del problema diretto è stata considerata anche la profondità delle stazioni. Il modello di velocità delle onde S è stato ottenuto invertendo le curve di dispersione del modo fondamentale delle onde di Rayleigh. L’inversione congiunta dei tempi di viaggio e delle curve di dispersione ha permesso di definire un unico modello 1D di velocità. Il modello ottenuto e i risultati della localizzazione saranno esposti durante il convegno.
    Description: Published
    Description: Trieste
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS ; NERIES ; Ionio ; sismicità ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.99. General or miscellaneous
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Conference paper
    Location Call Number Expected Availability
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