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Collection
  • 1
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: The INGV started its interest to extend the seismic monitoring network to the sea in 1995 with GEOSTAR (Geophysical and Oceanographic Station for Abyssal Research) project, coming out with the realization of the first multidisclipinary observatory for deep-sea monitoring [Favali et al. 2002]. At the end of 2004, the National Earthquake Center (CNT) of INGV decided to provide a pool of Ocean Bottom Seismometers to be employed as a submarine mobile network and to study submarine faults and volcanoes. This was possible thanks to an agreement between the INGV and the Italian National Civil Protection Department (DPC). On July 2006, the Gibilmanna OBS Lab, tested the first OBS prototype for nine days on the flat top of the Marsili submarine volcano [D’Anna et al. 2007] and in early 2007 other seven OBS’s were ready to be deployed on the seafloor. In May 2007, within the European project NERIES (activity NA6), the Gibilmanna OBS Lab of the INGV has deployed three Broad Band Ocean Bottom Seismometers (BBOBS) in the southern Ionian Sea at 3500-4000 meters of depth. This area has been chosen during the NERIES – “NA6-BBOBS net” meeting in Rome, on the 11th of September 2006 because at first, there are at the moment few seismological data [Scrocca et al., 2003] to construct a reliable model for the Ionian lithosphere and also the rate and features of the seismicity in the area between the Hyblean-Malta fault system and the accretionary prism of the Calabrian Arc are largely unknown [Catalano et al. 2002]. The Ionian Sea is indeed one of the most seismically active area in the Mediterranean region with several destructive earthquakes sometimes followed by tsunamis [Tinti et al. 2004]. The seismicity occurring in the Ionian basin is characterized by large location uncertainties due to the lack of seafloor seismic stations. In 2002, the quality of the seismic sensing and the location of earthquakes have been improved by the deployment of the real-time submarine observatory SN-1, about 25 km offshore Eastern Sicily [Sgroi et al, 2007]. However, the SN-1 location only allows to characterize the seismicity in the area offshore the eastern Sicily. Two of the three OBS’s were successfully recovered on the 2nd of February 2008; the last one was recovered on the 15th of March 2008 and another OBS was deployed on the same location to accomplish the continuous long-term seismic monitoring task (until May 2010) as planned in NERIES project.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Centro Nazionale Terremoti
    Description: Published
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS ; Ionian Sea ; NERIES ; BBOBS ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 2
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Il Centro Nazionale Terremoti (CNT), in collaborazione con la sezione di Catania, ha progettato e realizzato un esperimento di sismica passiva nell’area Calabro–Peloritana il cui scopo è fornire nuovi dati sismici volti a comprendere come le dinamiche superficiali ed il processo di subduzione interagiscano tra loro, migliorando così la comprensione dei processi sismogenetici nella zona colpita dal terremoto del 1908 [Margheriti et al., 2008; http://dpc-s5.rm.ingv.it]. Con l’obiettivo di ridurre l’errore di localizzazione degli ipocentri degli eventi verificatisi nell’area interessata dal progetto, ad integrazione delle 30 stazioni della rete sismica nazionale già presenti nell’area in esame, l’esperimento ha previsto l’installazione di 15 stazioni della rete mobile e la deposizione di 5 OBS/H (Ocean Bottom Seismometer with Hydrophone), per un numero complessivo di 50 stazioni sismiche larga banda 3C coinvolte nel progetto. La campagna sismica a terra ha avuto inizio nell’ottobre 2007 e ad oggi (gennaio 2009), le stazioni sono ancora in funzione, mentre la deposizione dei cinque OBS/H è avvenuta tra il 15 e il 18 luglio 2008 ed il loro recupero è stato effettuato tra il 6 e il 7 novembre 2008. Gli OBS/H, progettati e realizzati presso l’OBS Lab di Gibilmanna, sono stati equipaggiati con sismometri Nanometrics Trillium 120p (120s - 175 Hz) e con sensori differenziali di pressione (Differential Pressure Gauge) Cox-Webb, con banda passante tra i 200s e i 2Hz. La base autolivellante sulla quale è installato il sensore sismico è stata realizzata anch’essa presso l’OBS Lab di Gibilmanna nei mesi intercorsi tra il recupero degli OBS impiegati nella prima campagna NERIES, avvenuto nel marzo 2008, e il luglio 2008, data della deposizione degli OBS del progetto “Messina 1908 – 2008”. La necessità di realizzare una nuova base autolivellante in tempi così brevi, è stata una diretta conseguenza dei risultati negativi ottenuti dalla base Nautilus in occasione della già citata campagna NERIES [D’Anna et al., 2008]: due sismometri su tre non si erano livellati nel range di ±0.2°, massimo tilt dinamico previsto per i Trillium 120p, provocando il non funzionamento degli stessi. Come meglio verrà analizzato nei paragrafi successivi, le problematiche affrontate nella realizzazione di questi dispositivi di livellamento sono state molteplici e di difficile soluzione. L’analisi preliminare dei dati ha evidenziato che soltanto uno dei cinque sensori sismici ha funzionato correttamente per l’intero periodo, mentre gli altri quattro hanno funzionato in media per circa 20 giorni. Causa di ciò, un rapido consumo delle batterie dovuto ad un livellamento sì compreso nel range di ±0.2° dall’orizzontale, condizione necessaria perché il sismometro sia in grado di rilevare eventi sismici, ma oltre il range di ±0.1°, condizione necessaria perché i consumi del Trillium120p si riducano da circa 2.5W ai 600mW nominali. I risultati ottenuti da questo esperimento, sono comunque da inquadrare in una successione degli eventi che ha fatto sì che lo sviluppo di questa nuova base autolivellante fosse condizionato da una certa urgenza: al CNT premeva presentare i dati raccolti dagli OBS al convegno “Scienza e società a 100 anni dal grande Terremoto”, che si sarebbe tenuto a Reggio Calabria dal 10 al 12 dicembre 2008 e visti gli insuccessi della base Nautilus nel precedente esperimento, ci si è trovati di fronte alla necessità di progettare e sviluppare un nuovo sistema di livellamento per i Trillium 120p nell’arco di tre mesi e mezzo. Queste, oltre a quelle di natura economica, le ragioni per cui non è stato possibile procedere secondo un iter che per noi, come per le aziende che operano nel settore marino, è uno standard: - Progettazione; - Realizzazione del prototipo; - Test in laboratorio (e. g. tavola vibrante) - Test in camera iperbarica; - Test in mare; - Produzione in serie; E’ nostra intenzione, in un prossimo futuro, portare avanti lo sviluppo di questa base autolivellante, con tempi e risorse finanziare ed umane più appropriate. Ciò che riportiamo in questo Rapporto Tecnico vuole essere una descrizione del lavoro sin qui svolto, anche se non conclusivo e risolutivo, ma che ci ha già permesso di individuare delle problematiche fondamentali la cui soluzione sarà oggetto di studi più approfonditi. Rimane positivo il fatto che le basi già realizzate riescono già da adesso a livellare automaticamente un sensore entro un range di ±0.2°. Gli OBS/H dell’INGV verranno nuovamente deposti con la stessa disposizione del progetto “Messina 1908 – 2008” nell’estate 2009, nell’ambito del progetto S5 finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile. Per sopperire alle problematiche riscontrate nella marinizzazione del Trillium 120p, si è scelto di installare a bordo degli OBS dei sensori Guralp CMG40T-OBS (60s – 100 Hz), progettati per installazioni in mare sino a profondità di 6000 m è già dotati di una propria base autolivellante. Il motivo per il quale non si è utilizzato nelle passate campagne questo tipo di sensore è da addebitare unicamente al fatto che sui fondi DPC della convenzione 2005-2007 non è stato possibile inserire l’acquisto di questi specifici sensori, mentre erano disponibili i Trillium 120p.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
    Description: Published
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS, Stretto Messina, Messina 1908 2008, Progetto S5 ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 3
    Publication Date: 2020-02-24
    Description: The plate boundary between Africa and Eurasia represents an interesting geodynamical region characterized by a complex pattern of deformation. First-order scientific problems regarding the existence of rigid blocks within the plate boundary, the present-day activity of the Calabrian slab and the regional crust and upper mantle structures are still awaiting for a better understanding. For answering these open questions, INGV deployed a permanent, integrated and real-time monitoring GPS network (RING) all over Italy. The RING is now constituted by about 120 stations. The CGPS sites, acquiring at 1Hz and 30s sampling rate, are integrated either with broad band and very broad band seismometers or accelerometers to improve the monitoring of the background seismicity in the Apennines seismic belts and to better constrain the geometry of the seismogenic structures. Most of the network is connected to the acquisition centre (located in Rome and duplicated in Grottaminarda) by a satellite system (VSAT), while the remaining sites transmit data by Internet and classical phone connections. The satellite data transmission and the integration with seismic instruments makes this network one of the most innovative CGPS networks in Europe. Either the heterogeneity of the installed instrumentation and of the transmission types or the continuous increasing number of stations needed a central monitoring and acquisition system. Thus, in Grottaminarda, for the seismic monitoring we chose to use the open source system Earthworm, developed by USGS, with which we store waveforms and implement automatic localization of the seismic events occurred in the area. As most of the GPS sites are acquired by means of Nanometrics satellite technology, we decided to develop a new software (GpsView), written in Java, to monitor the state of health of those CGPS. This software receives GPS data from NaqsServer (Nanometrics acquisition system) and outputs information about the sites (i.e. position, number of satellites) in real-time. Furthermore, we developed also a web-based application for the management of the data and the metadata relative to the GPS sites of the RING. We present (a) the existing and planned CGPS site distribution, (b) the technological description of the seismic and GPS data acquisitions in Grottaminarda INGV centre, and (c) the first results of CGPS data analysis.
    Description: Unpublished
    Description: San Francisco, USA
    Description: 1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionale
    Description: 1.9. Rete GPS nazionale
    Description: open
    Keywords: RING and Seismic network ; Italy ; 04. Solid Earth::04.03. Geodesy::04.03.99. General or miscellaneous ; 04. Solid Earth::04.03. Geodesy::04.03.09. Instruments and techniques ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.99. General or miscellaneous ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Poster session
    Location Call Number Expected Availability
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  • 4
    Publication Date: 2020-02-24
    Description: In 2005, thanks to the 3-year agreement between Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC) and Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) - Centro Nazionale Terremoti (CNT), the project of the first Italian “Ocean Bottom Seismometer with Hydrophone” (OBS/H) for long-term deployment was developed at the OBS Lab of the Gibilmanna Observatory (Sicily). The drawing of the instrument started in January 2005 and, after 18 months, the prototype was ready for test in laboratory, in shallow and deep water. Afterwards, the first OBS/H was tested during an oceanographic campaign on the Marsili submarine volcano, from the 10th to the 21st of July 2006.More than 1000 events of several kinds were recorded: 817 VTB (Volcano Tectonic events, B-type), 159 HF (High Frequency events), 53 SDE (Short Duration Event), 8 regional events localized by INGV land network, 10 not localized events, 1 teleseismic event an 2 rockfall events. The INGV OBS/H are equipped with: - Nanometrics Trillium 120p seismometers (theoretical flat response between 120s and 175 Hz) installed in a 17 inches glass sphere on a Nautilus gimbal for the leveling or Guralp CMG40T-OBS (flat response between 60s and 100 Hz); - Cox-Webb Differential Pressure Gauge (bandwidth 500s-2Hz) or OAS E-2PD hydrophone (0-5kHz); - 21 bits, 4 channels SEND Geolon-MLS digitizer with sampling frequency up to 200 Hz.
    Description: Published
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS OBS/H Marsili Ocean Bottom Seismometer ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: book
    Location Call Number Expected Availability
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  • 5
    Publication Date: 2022-11-10
    Description: Il giorno 9 Novembre 2022, alle 06:07:24 UTC (07:07:24 ora locale) un terremoto di magnitudo momento (MW) pari a 5.5 ha interessato la Costa Marchigiana Pesarese (Pesaro Urbino). A causa della magnitudo del mainshock e del livello di danneggiamento riscontrato, l’INGV ha attivato il gruppo operativo EMERSITO (http://emersitoweb.rm.ingv.it/index.php/it/), il cui obiettivo è di svolgere e coordinare le campagne di monitoraggio per studi di effetti di sito e di microzonazione sismica. Durante le prime fasi di un’emergenza sismica, l’attività principale del gruppo operativo EMERSITO consiste, attraverso la costituzione di gruppi di lavoro, nel reperimento delle informazioni geologiche e geofisiche, nell’analisi dei dati sismici esistenti, nella pianificazione di misure sismologiche e geofisiche ed in attività propedeutiche alla microzonazione sismica. Nel caso specifico della sequenza sismica della Costa Marchigiana Pesarese: - sono state reperite informazioni di letteratura sugli effetti di sito già osservati nella zona colpita, sulla cartografia geologica e sulla microzonazione sismica disponibile; - sono state reperite le informazioni di caratterizzazione dei siti delle stazioni sismiche permanenti presenti nell’area (http://itaca.mi.ingv.it/ItacaNet_31 e http://crisp.ingv.it) e sono stati rianalizzati alcuni dati disponibili (http://eida.ingv.it/). - è stata pianificata l’installazione di una rete sismica temporanea nella zona colpita dal terremoto, nei comuni di Ancona e Senigallia. La scelta delle aree è stata guidata principalmente dalla prossimità con l’area epicentrale, dalla disponibilità di studi di microzonazione sismica e di carte geologiche a differenti scale di rappresentazione, dalla distribuzione dei parametri di scuotimento del suolo e della sismicità in tempo reale.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Description: Published
    Description: 2SR TERREMOTI - Gestione delle emergenze sismiche e da maremoto
    Keywords: 04.06. Seismology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 6
    Publication Date: 2021-05-12
    Description: L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è componente del Servizio Nazionale di Protezione Civile, ex articolo 6 della legge 24 febbraio 1992 n. 225 ed è Centro di Competenza per i fenomeni sismici, vulcanici e i maremoti per il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC). L’Osservatorio Vesuviano, Sezione di Napoli dell’INGV, ha nei suoi compiti il monitoraggio e la sorveglianza H24/7 delle aree vulcaniche attive campane (Vesuvio, Campi Flegrei e Ischia). Tali attività sono disciplinate dall’Accordo-Quadro (AQ) sottoscritto tra il DPC e l’INGV per il decennio 2012-2021 e sono dettagliate negli Allegati A e B del suddetto AQ. Il presente Rapporto sul Monitoraggio dei Vulcani Campani rappresenta l’attività svolta dall’Osservatorio Vesuviano e dalle altre Sezioni INGV impegnate nel monitoraggio dell’area vulcanica campana nel primo semestre 2019.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
    Description: Unpublished
    Description: 4V. Processi pre-eruttivi
    Description: 6SR VULCANI – Servizi e ricerca per la società
    Description: 1IT. Reti di monitoraggio e sorveglianza
    Keywords: Campi Flegrei ; Vesuvio ; Ischia ; Volcano Monitoring ; 04.06. Seismology ; 04.03. Geodesy ; 04.08. Volcanology ; 05.04. Instrumentation and techniques of general interest
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 7
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Per meglio comprendere e monitorare i processi sismo-tettonici in atto nell’area Euro- Mediterranea, negli ultimi decenni si è assistito allo sviluppo in quest’area di oltre un centinaio di reti di monitoraggio sismico a terra. Tuttavia il monitoraggio sismico della regione Euro- Mediterranea tramite sole stazioni a terra è di difficile attuazione; numerosi sono infatti gli eventi sismici con epicentro in mare. L’effetto dell’insufficiente copertura in molte aree prevalentemente offshore delle reti sismiche produce un immagine della sismicità Mediterranea incompleta e distorta. Uno degli obbiettivi del progetto NERIES, attività NA6, è l’estensione offshore delle reti sismiche tramite l’impiego di OBS (Ocean Bottom Seismometer). Nel 2007, all’interno del suddetto progetto, l’OBS Lab (CNT, INGV) ha deposto tre OBS in prossimità di uno dei tre siti chiave proposti da ESONET (European Sea Floor Observatory Network) nello Ionio Meridionale (D’Anna et al., 2008a, 2008b, 2008c, 2008d). Lo Ionio Meridionale e le aree limotrofe, sismicamente molto attive sono attualmente soggette ad una rapida deformazione; i diversi modelli geodinamici del Mediterraneo propongono per la crosta ionica una probabile origine oceanica (Catalano et al., 2001; Finetti e Del Ben, 2005). L’attività sismica, perlopiù superficiale, è in gran parte localizzata lungo gli archi Ellenico, Egeo e Calabro, la Sicilia orientale e la scarpata Ibleo-Maltese. La distribuzione della sismicità e l’evoluzione geodinamica dell’area ionica sono in gran parte determinati dalla convergenza della placca Africana e Euroasiatica (Finetti e Del Ben, 2005). La prima campagna OBS ha permesso di raccogliere dati sismologici per oltre 9 mesi da tre diversi OBS; la seconda conclusasi nel febbraio 2009 ha aggiunto al database sismologico della stazione OBS A3 ulteriori 10 mesi di registrazione in continuo. Durante le 2 campagne l’array di OBS ha registrato oltre 1000 eventi, di cui circa 200 telesismi, 800 eventi regionali e oltre 200 eventi non localizzati da stazioni a terra. In Fig. 1 sono riportati i segnali di velocità e di pressione registrati dalla stazione OBS A3, di un evento telesismico di magnitudo pari a 7.2 con epicentro nella regione dello Xinjiang-Xizang. In una fase preliminare si è voluto valutare l’effetto di queste stazioni sulle performance di localizzazione della Rete Sismica Nazionale applicando il metodo SNES (Seismic Network Evaluation through Simulation, D’Alessandro et al., 2009). Per il calcolo delle mappe SNES è stato stimato il valore medio del rumore sismico sulla componente verticale delle tre stazioni OBS. Le mappe dell’errore sulla stima dell’ipocentro di Fig. 2 sono state calcolate come il raggio della sfera equivalente dell’ellisoide di confidenza al 95% (Radious of Equivalent Spere, RES), per magnitudo pari a 2.5 e 3, fissando la profondità ipocentrale a 15 km. La mappa di Fig. 2 mostra come un’estesa area dello Ionio meridionale risulti meglio coperta in seguito all’installazione delle tre stazioni OBS; in particolare è evidente un notevole miglioramento del RES che in alcune aree prima non coperte scende sotto il valore di 2 km. Gli eventi ben localizzati dalle reti dell’INGV, dell’EMSC, dell’USGS e dalla rete sismica nazionale greca sono stati utilizzati per determinare gli azimuth delle componenti orizzontali degli OBS attraverso un’analisi di correlazione dei back-azimuth ottenuti tramite l’analisi di polarizzazione dei segnali 3C degli OBS e i corrispondenti back-azimuth dedotti dalle loro localizzazioni (D’Alessandro et al., 2008). Successivamente l’analisi di polarizzazione e lo studio dei tempi di arrivo delle onde P ed S ha permesso di effettuare una localizzare approssimativa di molti degli eventi non localizzati dalla rete sismica nazionale. Per un’accurata stima della distanza epicentrale è stato necessario ricavare un modello ottimale di velocità delle onde P ed S per l’area in esame. Per definire un modello 1D di velocità delle onde P per l’area ionica, sono stati invertiti i tempi di arrivo di oltre 300 fasi P degli eventi regionali registrati. Dell’intero dataset sono stati scelti solamente gli eventi con RMS inferiore a 0.3s e errore standard di localizzazione minore di 3.0 km. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili per l’area del bacino ionico e delle aree circostanti, sono stati inoltre scartati gli eventi con ipocentro superficiale in aree intensamente deformate; per queste aree sono state selezionati solo gli evensorgente alla stazione è stato risolto in maniera analitica per i raggi rifratti e tramite la tecnica dello “shooting” per le onde dirette. Nella soluzione del problema diretto è stata considerata anche la profondità delle stazioni. Il modello di velocità delle onde S è stato ottenuto invertendo le curve di dispersione del modo fondamentale delle onde di Rayleigh. L’inversione congiunta dei tempi di viaggio e delle curve di dispersione ha permesso di definire un unico modello 1D di velocità. Il modello ottenuto e i risultati della localizzazione saranno esposti durante il convegno.
    Description: Published
    Description: Trieste
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS ; NERIES ; Ionio ; sismicità ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.99. General or miscellaneous
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Conference paper
    Location Call Number Expected Availability
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  • 8
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Nel luglio 2006, nell’ambito della campagna di ricerche PRO.ME.TH.E.US (PROgram of Mediterranean Exploration for THermal Energy Use), l’OBS Lab dell’Osservatorio Geofisico di Gibilmanna dell’INGVCNT, ha deposto un prototipo di OBS/H sulla sommità del vulcano sottomarino Marsili (39° 16,383’ lat. Nord, 14° 23,588’ long. Est.) alla profondità di 790 m (D’Anna et alii, 2007); lo strumento ha registrato l’attività sismica del vulcano dal 12 al 21 luglio 2006. L’OBS/H era equipaggiato con un sismometro Trillium 40s della Nanometrics e un idrofono OAS E-2PD. La digitalizzazione è stata effettuata da un convertitore A/D a 21 bit a quattro canali (SEND Geolon MLS) e i segnali sono stati campionati ad una frequenza di 200 c/s (D’Anna et alii, 2007).In una prima fase di studio D’Alessandro et alii (2006) hanno individuato, nel segnale acquisito, la presenza di una elevata attività sismica (oltre 1000 eventi registrati in 9 giorni) legata probabilmente all’attività del vulcano Marsili oltre a eventi tettonici e forme d’onda transitorie di origine non sismica. In base ad analisi spettrali non parametriche, l’attività registrata era stata suddivisa in: eventi noti in letteratura come VT-B (Volcanic-Tectonic event, type B) che si manifestano in sciami, eventi ad alta frequenza legati a probabile attività idrotermale ed eventi classificabili come “Tornillo” o LPE (Long- Period Event) probabilmente generati da fenomeni di risonanza legati ad attività magmatica (Chouet, 1996). Al fine di caratterizzare con idonei parametri quantitativi i segnali appartenenti ai gruppi individuati e fare delle ipotesi sui diversi meccanismi sorgente, sono state successivamente eseguite analisi spettrali parametriche e di polarizzazione, che sono oggetto di questo lavoro. Rispetto all’analisi di Fourier, l’analisi spettrale parametrica permette di ottenere una migliore risoluzione, quando il segnale da analizzare presenta breve durata. Noi abbiamo applicato tale tipo di analisi agli eventi classificabili come Tornillo. Tali eventi sono generalmente quasi-monocromatici e presentano un inizio di tipo impulsivo, seguito da un lento e graduale decadimento in ampiezza. La descrizione delle frequenze di oscillazione di un Tornillo è di fondamentale importanza per stimare le caratteristiche della sorgente. Un metodo ad alta risoluzione spettrale basato sulle proprietà di un sistema dinamico è stato sviluppato da Kumazawa et alii (1990). Questo metodo chiamato Sompi è stato successivamente esteso da Yokoyama et alii (1997) alle equazioni AR non omogenee. Noi abbiamo utilizzato quest’ultimo metodo, implementando la procedura di Nakano et alii (1998), per analizzare i Tornillo ed attribuirgli una frequenza complessa.L’analisi di polarizzazione, risolvendo il problema agli autovalori associato alla matrice di covarianza dei segnali relativi alle tre componenti del moto, permette di definire l’orientazione e la lunghezza degli assi dell’ellissoide di polarizzazione associato alla finestra temporale del segnale sismico presa in esame. Al fine di migliorare la stima degli attributi di polarizzazione, la matrice di covarianza è stata corretta per la presenza di rumore sismico, sotto l’ipotesi di stocasticità e stazionarietà del rumore stesso. L’analisi di polarizzazione è stata applicata a oltre 200, tra gli eventi VT-B con maggiore energia, per individuare attraverso la direzione di polarizzazione delle fasi P (linearmente polarizzate) eventuali direzioni prevalenti di provenienza e quindi l’esistenza e ubicazione di volumi sismogenetici.
    Description: Published
    Description: Rome
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: Marsili ; OBS ; OBS/H ; Ocean Bottom Seismometer ; Analisi spettrale ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.08. Volcano seismology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Oral presentation
    Location Call Number Expected Availability
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  • 9
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Nell’ambito delle attività di monitoraggio sismico che l’INGV effettua in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC) e del progetto europeo NERIES (sottoprogetto NA6), l’INGV ha installato nello Ionio Meridionale, sulla piana batiale che si apre ai piedi della scarpata ibleo-maltese, tre stazioni sismiche da fondo mare (OBS). Esse sono equipaggiate con un sismometro a banda larga (Nanometrics Trillium 120p) e con un sensore differenziale di pressione (Cox-Webb DPG), in grado di rilevare variazioni di 0,1 mm su una colonna d’acqua di 6000m, in un intervallo di frequenze tra 300s e 2 Hz. Le stazioni utilizzate sono i primi tre OBS italiani ad effettuare una campagna di lungo periodo (maggio - ottobre 2007) nei nostri mari. Essi sono stati realizzati dal Centro Nazionale Terremoti presso l’OBS Lab di Gibilmanna nell’ambito della convenzione triennale 2004-2007 tra DPC e INGV e fanno parte del primo pool di otto strumenti attualmente operativo. L’area prescelta (Fig. 1) è di grande interesse scientifico per diversi motivi, tra i quali: i) non esistono dati sismologici sulla struttura della litosfera ionica; ii) non si conoscono il livello e le caratteristiche della sismicità dell’area, che comprende la scarpata ibleo-maltese e il prisma di accrezione dell’arco calabro; iii) infine, si vuole sperimentare il sistema di rilevamento delle onde di pressione in profondità, propedeutico al sistema di allerta tsunami che l’INGV sta progettando per il Mediterraneo in seno all’iniziativa dell’IOC dell’UNESCO, denominata “NEAMTWS” (North-East Atlantic, Mediterranean and connected seas Tsunami Warning System). L’area prescelta, distante circa 250 km dalle coste italiane (OBS A2 in Fig. 1), è idonea per la verifica di un allarme tsunami che verrà lanciato dal sistema di monitoraggio sismico mediterraneo nell’eventualità di un forte evento nelle isole ioniche della Grecia (ad es. Creta). In precedenza, dall’analisi dei segnali registrati durante la prima campagna dell’osservatorio sottomarino SN1, operativo dall’ottobre 2002 al maggio 2003 a 12 miglia della costa catanese, si era potuto osservare come la zona fosse interessata da una notevole sismicità locale. Più recentemente, grazie al forte miglioramento della Rete Sismica Nazionale, l’attività sismica della regione ionica è stata meglio caratterizzata, sia pure con elevati errori di localizzazione dovuti alla scarsa copertura delle aree marine (Fig. 2). Due degli OBS saranno probabilmente recuperati entro il mese di Ottobre 2007, mentre il terzo (OBS/A2 in Fig. 1) resterà operativo fino al 2009, per fornire una registrazione di più lungo termine della sismicità della regione e un data set più completo per lo studio della struttura litosferica. In particolare, si cercherà di valutare se la zona più esterna del prisma di accrezione dell’arco calabro e il settore meridionale della scarpata ibleo-maltese siano sismicamente attive e, se possibile, con quali modalità. Inoltre, verranno utilizzate tecniche di “receiver function” telesismiche per determinare lo spessore della crosta ionica e per delinearne la struttura interna. Infine, l’utilizzo di sensori differenziali di pressione per il rilevamento di onde di pressione a bassa frequenza consentirà di fare un ulteriore passo avanti verso la realizzazione di nuove stazioni per l’allerta tsunami che nei prossimi anni potrebbero essere installate nell’area Mediterranea. In questa presentazione verranno mostrati i primi dati acquisiti, se sarà possibile recuperare gli strumenti entro la fine del mese di Ottobre 2007.
    Description: Published
    Description: Rome
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: NERIES ; OBS ; OBS/H ; Ocean Bottom Seismometer ; Ionian Sea ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.99. General or miscellaneous
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Poster session
    Location Call Number Expected Availability
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    Publication Date: 2017-04-04
    Description: L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha testato con successo, nel luglio 2006, il primo Ocean Bottom Seismometer with Hydrophone (OBS/H) italiano (Fig. 1). Lo strumento, interamente progettato e realizzato all’Osservatorio di Gibilmanna del Centro Nazionale Terremoti, dopo aver superato i test in laboratorio, in camera iperbarica a 600 bar ed in mare a 3412 m di profondità, è stato deposto per 9 giorni (12-21/07/’06) sulla spianata sommitale del vulcano sottomarino Marsili a 790 m di profondità (Fig. 2) ed ha registrato 835 eventi tra cui un telesisma, 8 eventi regionali e circa 800 eventi vulcanici.La realizzazione dell’OBS/H si colloca nell’ambito dei progetti finanziati dalla convenzione tra l’INGV e il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC), che ha avuto come obiettivo la costituzione di un primo pool strumentale, costituito da 7 OBS/H, da impiegare come rete mobile sottomarina in occasione di forti eventi sismici che dovessero interessare le coste e i mari italiani. Tale progetto si inquadra in uno scenario di ben più ampio respiro che vedrà nei prossimi anni l’estensione a mare della rete sismica nazionale, obiettivo strategico inserito nel piano triennale dell’INGV che porterà entro il 2008 alla realizzazione della prima stazione italiana real-time collegata a terra via radio, che verrà posizionata a circa 30 miglia a sud-est di Ustica, luogo in cui è stato localizzato il terremoto di Palermo del 6 settembre 2002. Il prototipo di OBS/H utilizzato nel test sul Marsili è stato equipaggiato con un sensore sismico Trillium 40s della Nanometrics ed un idrofono OAS E-2PD con banda di risposta piatta tra 0 e 5 kHz. I segnali emessi da questi strumenti sono stati registrati da un digitalizzatore a 21 bit a basso consumo (Geolon MLS della SEND) che ha acquisito i dati ad una frequenza di campionamento di 200 campioni al secondo, per sfruttare il più possibile l’ampia banda di risposta dell’idrofono, al fine di mettere in evidenza l’attività idrotermale del vulcano. Il sensore sismico è posto all’interno di una bentosfera di 17 pollici (sfera di vetro certificata per operazioni sino a 6000 m di profondità), installato su una base autolivellante controllata elettronicamente. Il digitalizzatore e le batterie sono poste all’interno di un contenitore in ERGAL 7075. Per il recupero dello strumento a fine esperimento, è stato utilizzato uno sganciatore acustico IXSEA AR816S-MR opportunamente modificato dal personale dell’osservatorio di Gibilmanna per attivare, una volta ricevuto il segnale di “release”, un sistema di sgancio elettrolitico (burn-wire). Per deposizioni di lungo periodo, sino ad uno o due anni in relazione al tipo di sismometro a bordo, l’OBS/H sarà dotato della strumentazione indicata nella Tab. 1 Attualmente è in fase di progettazione un’evoluzione dello strumento che mira a dotarlo di un digitalizzatore a 24 bit, di un sistema di comunicazione basato su modem acustico e di un PC industriale con processore ARM grazie al quale, nell’eventualità di interventi della rete mobile sottomarina, sarà possibile estrarre tracce degli eventi verificatisi per una più accurata localizzazione dell’epicentro senza che si renda necessario il recupero dello strumento. Inoltre, mediante l’implementazione di algoritmi di trigger, sarà possibile l’utilizzo dell’OBS/H all’interno di un sistema di allerta tsunami in comunicazione con una boa di superficie collegata al centro di controllo via satellite.
    Description: Published
    Description: Rome
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS ; OBS/H ; Ocean Bottom Seismometer ; Marsili ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Poster session
    Location Call Number Expected Availability
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