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  • 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques  (10)
  • E52
  • J24
  • Life Sciences (General)
  • Q11
  • Q18
  • 2005-2009  (11)
Collection
Years
Year
  • 1
    Publication Date: 2019-07-13
    Description: This study identifies genes that determine length of lag phase, using the model eukaryotic organism, Saccharomyces cerevisiae. We report growth of a yeast deletion series following variations in the lag phase induced by variable storage times after drying-down yeast on filters. Using a homozygous diploid deletion pool, lag times ranging from 0 h to 90 h were associated with increased drop-out of mitochondrial genes and increased survival of nuclear genes. Simple linear regression (R2 analysis) shows that there are over 500 genes for which 〉 70% of the variation can be explained by lag alone. In the genes with a positive correlation, such that the gene abundance increases with lag and hence the deletion strain is suitable for survival during prolonged storage, there is a strong predominance of nucleonic genes. In the genes with a negative correlation, such that the gene abundance decreases with lag and hence the strain may be critical for getting yeast out of the lag phase, there is a strong predominance of glycoproteins and transmembrane proteins. This study identifies yeast deletion strains with survival advantage on prolonged storage and amplifies our understanding of the genes critical for getting out of the lag phase.
    Keywords: Life Sciences (General)
    Type: Applied microbiology and biotechnology (ISSN 0175-7598); 67; 6; 816-26
    Format: text
    Location Call Number Expected Availability
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  • 2
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: The INGV started its interest to extend the seismic monitoring network to the sea in 1995 with GEOSTAR (Geophysical and Oceanographic Station for Abyssal Research) project, coming out with the realization of the first multidisclipinary observatory for deep-sea monitoring [Favali et al. 2002]. At the end of 2004, the National Earthquake Center (CNT) of INGV decided to provide a pool of Ocean Bottom Seismometers to be employed as a submarine mobile network and to study submarine faults and volcanoes. This was possible thanks to an agreement between the INGV and the Italian National Civil Protection Department (DPC). On July 2006, the Gibilmanna OBS Lab, tested the first OBS prototype for nine days on the flat top of the Marsili submarine volcano [D’Anna et al. 2007] and in early 2007 other seven OBS’s were ready to be deployed on the seafloor. In May 2007, within the European project NERIES (activity NA6), the Gibilmanna OBS Lab of the INGV has deployed three Broad Band Ocean Bottom Seismometers (BBOBS) in the southern Ionian Sea at 3500-4000 meters of depth. This area has been chosen during the NERIES – “NA6-BBOBS net” meeting in Rome, on the 11th of September 2006 because at first, there are at the moment few seismological data [Scrocca et al., 2003] to construct a reliable model for the Ionian lithosphere and also the rate and features of the seismicity in the area between the Hyblean-Malta fault system and the accretionary prism of the Calabrian Arc are largely unknown [Catalano et al. 2002]. The Ionian Sea is indeed one of the most seismically active area in the Mediterranean region with several destructive earthquakes sometimes followed by tsunamis [Tinti et al. 2004]. The seismicity occurring in the Ionian basin is characterized by large location uncertainties due to the lack of seafloor seismic stations. In 2002, the quality of the seismic sensing and the location of earthquakes have been improved by the deployment of the real-time submarine observatory SN-1, about 25 km offshore Eastern Sicily [Sgroi et al, 2007]. However, the SN-1 location only allows to characterize the seismicity in the area offshore the eastern Sicily. Two of the three OBS’s were successfully recovered on the 2nd of February 2008; the last one was recovered on the 15th of March 2008 and another OBS was deployed on the same location to accomplish the continuous long-term seismic monitoring task (until May 2010) as planned in NERIES project.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Centro Nazionale Terremoti
    Description: Published
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS ; Ionian Sea ; NERIES ; BBOBS ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 3
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Il Centro Nazionale Terremoti (CNT), in collaborazione con la sezione di Catania, ha progettato e realizzato un esperimento di sismica passiva nell’area Calabro–Peloritana il cui scopo è fornire nuovi dati sismici volti a comprendere come le dinamiche superficiali ed il processo di subduzione interagiscano tra loro, migliorando così la comprensione dei processi sismogenetici nella zona colpita dal terremoto del 1908 [Margheriti et al., 2008; http://dpc-s5.rm.ingv.it]. Con l’obiettivo di ridurre l’errore di localizzazione degli ipocentri degli eventi verificatisi nell’area interessata dal progetto, ad integrazione delle 30 stazioni della rete sismica nazionale già presenti nell’area in esame, l’esperimento ha previsto l’installazione di 15 stazioni della rete mobile e la deposizione di 5 OBS/H (Ocean Bottom Seismometer with Hydrophone), per un numero complessivo di 50 stazioni sismiche larga banda 3C coinvolte nel progetto. La campagna sismica a terra ha avuto inizio nell’ottobre 2007 e ad oggi (gennaio 2009), le stazioni sono ancora in funzione, mentre la deposizione dei cinque OBS/H è avvenuta tra il 15 e il 18 luglio 2008 ed il loro recupero è stato effettuato tra il 6 e il 7 novembre 2008. Gli OBS/H, progettati e realizzati presso l’OBS Lab di Gibilmanna, sono stati equipaggiati con sismometri Nanometrics Trillium 120p (120s - 175 Hz) e con sensori differenziali di pressione (Differential Pressure Gauge) Cox-Webb, con banda passante tra i 200s e i 2Hz. La base autolivellante sulla quale è installato il sensore sismico è stata realizzata anch’essa presso l’OBS Lab di Gibilmanna nei mesi intercorsi tra il recupero degli OBS impiegati nella prima campagna NERIES, avvenuto nel marzo 2008, e il luglio 2008, data della deposizione degli OBS del progetto “Messina 1908 – 2008”. La necessità di realizzare una nuova base autolivellante in tempi così brevi, è stata una diretta conseguenza dei risultati negativi ottenuti dalla base Nautilus in occasione della già citata campagna NERIES [D’Anna et al., 2008]: due sismometri su tre non si erano livellati nel range di ±0.2°, massimo tilt dinamico previsto per i Trillium 120p, provocando il non funzionamento degli stessi. Come meglio verrà analizzato nei paragrafi successivi, le problematiche affrontate nella realizzazione di questi dispositivi di livellamento sono state molteplici e di difficile soluzione. L’analisi preliminare dei dati ha evidenziato che soltanto uno dei cinque sensori sismici ha funzionato correttamente per l’intero periodo, mentre gli altri quattro hanno funzionato in media per circa 20 giorni. Causa di ciò, un rapido consumo delle batterie dovuto ad un livellamento sì compreso nel range di ±0.2° dall’orizzontale, condizione necessaria perché il sismometro sia in grado di rilevare eventi sismici, ma oltre il range di ±0.1°, condizione necessaria perché i consumi del Trillium120p si riducano da circa 2.5W ai 600mW nominali. I risultati ottenuti da questo esperimento, sono comunque da inquadrare in una successione degli eventi che ha fatto sì che lo sviluppo di questa nuova base autolivellante fosse condizionato da una certa urgenza: al CNT premeva presentare i dati raccolti dagli OBS al convegno “Scienza e società a 100 anni dal grande Terremoto”, che si sarebbe tenuto a Reggio Calabria dal 10 al 12 dicembre 2008 e visti gli insuccessi della base Nautilus nel precedente esperimento, ci si è trovati di fronte alla necessità di progettare e sviluppare un nuovo sistema di livellamento per i Trillium 120p nell’arco di tre mesi e mezzo. Queste, oltre a quelle di natura economica, le ragioni per cui non è stato possibile procedere secondo un iter che per noi, come per le aziende che operano nel settore marino, è uno standard: - Progettazione; - Realizzazione del prototipo; - Test in laboratorio (e. g. tavola vibrante) - Test in camera iperbarica; - Test in mare; - Produzione in serie; E’ nostra intenzione, in un prossimo futuro, portare avanti lo sviluppo di questa base autolivellante, con tempi e risorse finanziare ed umane più appropriate. Ciò che riportiamo in questo Rapporto Tecnico vuole essere una descrizione del lavoro sin qui svolto, anche se non conclusivo e risolutivo, ma che ci ha già permesso di individuare delle problematiche fondamentali la cui soluzione sarà oggetto di studi più approfonditi. Rimane positivo il fatto che le basi già realizzate riescono già da adesso a livellare automaticamente un sensore entro un range di ±0.2°. Gli OBS/H dell’INGV verranno nuovamente deposti con la stessa disposizione del progetto “Messina 1908 – 2008” nell’estate 2009, nell’ambito del progetto S5 finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile. Per sopperire alle problematiche riscontrate nella marinizzazione del Trillium 120p, si è scelto di installare a bordo degli OBS dei sensori Guralp CMG40T-OBS (60s – 100 Hz), progettati per installazioni in mare sino a profondità di 6000 m è già dotati di una propria base autolivellante. Il motivo per il quale non si è utilizzato nelle passate campagne questo tipo di sensore è da addebitare unicamente al fatto che sui fondi DPC della convenzione 2005-2007 non è stato possibile inserire l’acquisto di questi specifici sensori, mentre erano disponibili i Trillium 120p.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
    Description: Published
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS, Stretto Messina, Messina 1908 2008, Progetto S5 ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 4
    Publication Date: 2020-02-24
    Description: In 2005, thanks to the 3-year agreement between Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC) and Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) - Centro Nazionale Terremoti (CNT), the project of the first Italian “Ocean Bottom Seismometer with Hydrophone” (OBS/H) for long-term deployment was developed at the OBS Lab of the Gibilmanna Observatory (Sicily). The drawing of the instrument started in January 2005 and, after 18 months, the prototype was ready for test in laboratory, in shallow and deep water. Afterwards, the first OBS/H was tested during an oceanographic campaign on the Marsili submarine volcano, from the 10th to the 21st of July 2006.More than 1000 events of several kinds were recorded: 817 VTB (Volcano Tectonic events, B-type), 159 HF (High Frequency events), 53 SDE (Short Duration Event), 8 regional events localized by INGV land network, 10 not localized events, 1 teleseismic event an 2 rockfall events. The INGV OBS/H are equipped with: - Nanometrics Trillium 120p seismometers (theoretical flat response between 120s and 175 Hz) installed in a 17 inches glass sphere on a Nautilus gimbal for the leveling or Guralp CMG40T-OBS (flat response between 60s and 100 Hz); - Cox-Webb Differential Pressure Gauge (bandwidth 500s-2Hz) or OAS E-2PD hydrophone (0-5kHz); - 21 bits, 4 channels SEND Geolon-MLS digitizer with sampling frequency up to 200 Hz.
    Description: Published
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS OBS/H Marsili Ocean Bottom Seismometer ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: book
    Location Call Number Expected Availability
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  • 5
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha testato con successo, nel luglio 2006, il primo Ocean Bottom Seismometer with Hydrophone (OBS/H) italiano (Fig. 1). Lo strumento, interamente progettato e realizzato all’Osservatorio di Gibilmanna del Centro Nazionale Terremoti, dopo aver superato i test in laboratorio, in camera iperbarica a 600 bar ed in mare a 3412 m di profondità, è stato deposto per 9 giorni (12-21/07/’06) sulla spianata sommitale del vulcano sottomarino Marsili a 790 m di profondità (Fig. 2) ed ha registrato 835 eventi tra cui un telesisma, 8 eventi regionali e circa 800 eventi vulcanici.La realizzazione dell’OBS/H si colloca nell’ambito dei progetti finanziati dalla convenzione tra l’INGV e il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC), che ha avuto come obiettivo la costituzione di un primo pool strumentale, costituito da 7 OBS/H, da impiegare come rete mobile sottomarina in occasione di forti eventi sismici che dovessero interessare le coste e i mari italiani. Tale progetto si inquadra in uno scenario di ben più ampio respiro che vedrà nei prossimi anni l’estensione a mare della rete sismica nazionale, obiettivo strategico inserito nel piano triennale dell’INGV che porterà entro il 2008 alla realizzazione della prima stazione italiana real-time collegata a terra via radio, che verrà posizionata a circa 30 miglia a sud-est di Ustica, luogo in cui è stato localizzato il terremoto di Palermo del 6 settembre 2002. Il prototipo di OBS/H utilizzato nel test sul Marsili è stato equipaggiato con un sensore sismico Trillium 40s della Nanometrics ed un idrofono OAS E-2PD con banda di risposta piatta tra 0 e 5 kHz. I segnali emessi da questi strumenti sono stati registrati da un digitalizzatore a 21 bit a basso consumo (Geolon MLS della SEND) che ha acquisito i dati ad una frequenza di campionamento di 200 campioni al secondo, per sfruttare il più possibile l’ampia banda di risposta dell’idrofono, al fine di mettere in evidenza l’attività idrotermale del vulcano. Il sensore sismico è posto all’interno di una bentosfera di 17 pollici (sfera di vetro certificata per operazioni sino a 6000 m di profondità), installato su una base autolivellante controllata elettronicamente. Il digitalizzatore e le batterie sono poste all’interno di un contenitore in ERGAL 7075. Per il recupero dello strumento a fine esperimento, è stato utilizzato uno sganciatore acustico IXSEA AR816S-MR opportunamente modificato dal personale dell’osservatorio di Gibilmanna per attivare, una volta ricevuto il segnale di “release”, un sistema di sgancio elettrolitico (burn-wire). Per deposizioni di lungo periodo, sino ad uno o due anni in relazione al tipo di sismometro a bordo, l’OBS/H sarà dotato della strumentazione indicata nella Tab. 1 Attualmente è in fase di progettazione un’evoluzione dello strumento che mira a dotarlo di un digitalizzatore a 24 bit, di un sistema di comunicazione basato su modem acustico e di un PC industriale con processore ARM grazie al quale, nell’eventualità di interventi della rete mobile sottomarina, sarà possibile estrarre tracce degli eventi verificatisi per una più accurata localizzazione dell’epicentro senza che si renda necessario il recupero dello strumento. Inoltre, mediante l’implementazione di algoritmi di trigger, sarà possibile l’utilizzo dell’OBS/H all’interno di un sistema di allerta tsunami in comunicazione con una boa di superficie collegata al centro di controllo via satellite.
    Description: Published
    Description: Rome
    Description: 2.5. Laboratorio per lo sviluppo di sistemi di rilevamento sottomarini
    Description: open
    Keywords: OBS ; OBS/H ; Ocean Bottom Seismometer ; Marsili ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: Poster session
    Location Call Number Expected Availability
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  • 6
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: In the last two years many efforts have been made by the INGV, Milano-Pavia Department, to improve the strong-motion monitoring of the Northern Italy regions. This activity led to the installation of 20 strong-motion stations in the area surrounding the epicentre of Ml 5.2, 24th November 2004, Salò earthquake. After the installation of further 4 stations, during the present year, this network (hereinafter RAIS) will allow us to reduce, in the area under study, the average inter-distances between strong-motion stations from about 40 km (at November 2004) to 15 km. All information from RAIS are collected in the web site http://rais.mi.ingv.it.
    Description: Published
    Description: 1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionale
    Description: 5.2. TTC - Banche dati di sismologia strumentale
    Description: open
    Keywords: strong motion ; seismic network ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques ; 05. General::05.02. Data dissemination::05.02.02. Seismological data
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: web product
    Location Call Number Expected Availability
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  • 7
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: On July 18, 2001, two main eruptive vents opened on the southern flank of Mount Etna volcano (Italy) at ~2100 m and ~2550 m a.s.l., respectively. The former vent fed mild strombolian activity and lava flows, while the latter represented the main explosive vent, producing strong phreato-magmatic explosions. Explosions at this latter vent, however, shifted to a strombolian style in the following days, before switching back to phreato-magmatic activity towards the end of the eruption, which ended on August 9, 2001. On August 3, a small seismoacoustic array was deployed close to the eruptive vents. The array was composed of three stations, which recorded seismic and infrasonic waves coming from both of the eruptive vents. A further seismoacoustic station, equipped with a thermal-infrared sensor, was also installed several kilometers north of the first array. Seismic signals relating to the strombolian activity at the 2100-m vent were characterized by a strong decompression at the source. Analysis of the time delays between seismic, infrasonic and infrared event onsets also revealed that ejection velocities during explosions from both vents were subsonic. Time delays between the onset of explosive events apparent in the infrared and infrasound data indicated that the explosion source at the 2550-m vent was located 220–250 m below the crater rim. In comparison, the depth of the seismic source was estimated to be between 230 and 335 m below the rim. This converts to 120–150 and 130–235 m below the preexisting ground surface. In addition, time delays between seismic and infrasonic signals recorded for the lower (2100 m) vent also revealed a seismic source that was no more than a few tens of meters deeper than the fragmentation surface.
    Description: Published
    Description: 219-230
    Description: partially_open
    Keywords: Mt. Etna ; explosive eruptions ; arrays ; seismic ; infrasonic and thermal data ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.08. Volcano seismology ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques ; 04. Solid Earth::04.08. Volcanology::04.08.06. Volcano monitoring ; 04. Solid Earth::04.08. Volcanology::04.08.07. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Format: 520 bytes
    Format: 590708 bytes
    Format: text/html
    Format: application/pdf
    Location Call Number Expected Availability
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  • 8
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: In the text
    Description: Osservatorio Vesuviano
    Description: Published
    Description: 1.4. TTC - Sorveglianza sismologica delle aree vulcaniche attive
    Description: open
    Keywords: Stromboli ; Seismic network ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.08. Volcano seismology ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 9
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: In the text
    Description: Osservatorio Vesuviano
    Description: Published
    Description: 1.4. TTC - Sorveglianza sismologica delle aree vulcaniche attive
    Description: open
    Keywords: Santorino ; Seismic network ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.08. Volcano seismology ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 10
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: L'INGV, Sezione di Milano, ha recentemente ultimato la fase di test su alcuni nuovi softwares progettati e sviluppati in ambiente Linux, per lo scarico dei dati sismici di stazioni accelerometriche connesse al centro di acquisizione dati tramite modem GSM. L'acquisitore utilizzato dalla Sezione è il Reftek-130 (www.reftek.com), a 24 bit, il sensore è l'Episensor (www.kinemetrics.com), mentre il modem è il Wavecom (www.wavecom.com). Per poter eseguire le chiamate telefoniche con le stazioni remote e lo scarico dei relativi dati, sono stati progettati e realizzati softwares in ambiente Linux, con la duplice finalità di avere un completo controllo su tutte le operazioni richieste da tale sistema e di totale integrazione con il sistema di acquisizione dati già operativo all'INGV-MI per la rete velocimetrica. In particolare è stato scelto di utilizzare una programmazione di tipo “script” con le shell bash (www.gnu.org/software/bash/) che utilizzano quasi integralmente comandi di sistema e due programmi esterni open-source licenziati con GPL: m i n i c o m (http://linux.softpedia.com/get/Communications/Telephony/minicom-753.shtml) e wvdial (www.linuxcommand.org/man_pages/wvdial1.html), in modo tale che siano esportabili su altre architetture di macchine con piccole modifiche di configurazione e che fosse possibile l'automatizzazione per diverse stazioni installate. Il computer utilizzato per la gestione della Rete ha un sistema operativo Linux Suse 10.0 (www.novell.com/it-it/linux/suse/), sul quale è stata installata una porta multiseriale per poter eseguire contemporaneamente fino a 9 chiamate. Per la gestione delle configurazioni delle stazioni sismiche e del loro corretto funzionamento, l'INGV-MI utilizza i softwares creati dalla stessa Reftek, ma con alcune modifiche per essere integrati nei sistemi Linux delle reti sismiche dell'Ente. In questo lavoro saranno anche accennate brevemente tali modifiche ai softwares per poter dare un quadro completo su come è gestita la rete accelerometrica dell'INGV-MI; l'autore darà per acquisita, da parte del lettore, la conoscenza degli acquisitori Reftek-130, dei sensori Episensor, delle problematiche di base di una rete sismometrica oltre ai sistemi Linux in genere. Le stazioni Reftek prevedono la possibilità di scaricare i dati contenuti nella propria RAM su dischi locali, su una porta internet o su una porta seriale, anche in combinazione contemporanea. L'INGV-MI utilizza un'acquisizione dati in continuo su supporto locale, ed un collegamento modem GSM sulla porta seriale per scaricare soltanto i dati remoti di particolare interesse tramite protocollo FTP.
    Description: Published
    Description: 1-24
    Description: 1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionale
    Description: N/A or not JCR
    Description: open
    Keywords: seismic network ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.10. Instruments and techniques
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Expected Availability
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