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  • 1
    Publication Date: 2009-11-01
    Print ISSN: 0895-0695
    Electronic ISSN: 1938-2057
    Topics: Geosciences
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  • 2
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Progetto INGV-DPC S3 “Scenari di scuotimento in aree di interesse prioritario e/o strategico”
    Description: Published
    Description: 4.2. TTC - Scenari e mappe di pericolosità sismica
    Description: open
    Keywords: effetti di sito ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.04. Ground motion
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 3
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: È ormai ampiamente riconosciuto che la risposta sismica locale ha una sensibile influenza su distribuzione ed amplificazione dello scuotimento sismico e, conseguentemente, sul danneggiamento indotto dai terremoti. Nel lavoro di tesi, dal titolo “Analisi della Risposta Sismica Locale di San Giuliano di Puglia”, il candidato presenta uno studio molto ampio ed approfondito della risposta sismica del centro urbano che rappresenta finora la case history più documentata e significativa in Italia. Il lavoro di ricerca è inquadrato nel “Progetto S3 - Scenari di scuotimento in aree di interesse prioritario e/o strategico” promosso dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) per conto del Dipartimento della Protezione Civile (DPC), coordinato dalla Dr.ssa Francesca Pacor (INGV, Milano) e dal Prof. Marco Mucciarelli (Università della Basilicata). Il Progetto di ricerca si pone come obiettivo generale l’analisi di scenari di scuotimento e di danno in alcune aree italiane, nel caso di accadimento del terremoto massimo credibile (Maximum Credible Earthquake). Tra le aree di validazione è individuata quella di San Giuliano di Puglia, particolarmente danneggiato dalla sequenza sismica del Molise nel 2002, il cui vento principale (31 ottobre) è caratterizzato da una magnitudo momento pari a 5.8. Nell’area sono presenti diversi centri abitati, tra i quali San Giuliano di Puglia che, sebbene non fosse meno distante di altri dagli epicentri, è stato quello maggiormente danneggiato. Infatti, dopo gli eventi sismici, a San Giuliano di Puglia è stato osservato un grado di danneggiamento pari al VIII-IX grado sulla base della scala MCS, mentre negli altri Comuni la stima è stata al limite pari al VII (Stucchi et al., 2007). Il motivo di tale discrepanza è da ricercarsi negli importanti fenomeni di amplificazione sismica locale che hanno interessato le aree di più recente costruzione di San Giuliano di Puglia; queste sono state edificate, a partire dagli anni ’40, su un deposito di marne argillose di spessore pari ad alcune centinaia di metri. Tale deposito è a contatto con una formazione flyschoide, affiorante al di sotto del nucleo originario dell’abitato, dove è stato osservato un danneggiamento di grado inferiore. Dopo un’analisi preliminare della letteratura con riferimento a casi di studio nazionali che internazionali di carattere simile, la prima parte del lavoro di ricerca è dedicata allo studio della pericolosità sismica del sito, con riferimento a dati storici e, soprattutto, strumentali, acquisiti nel corso della recente sequenza. A tal fine, sono state analizzate le registrazioni della rete accelerometrica mobile installata da DPC nel centro urbano di San Giuliano di Puglia; tali registrazioni, interpretate in termini di fattori di amplificazione e rapporti spettrali, hanno permesso di verificare amplificazioni sismiche molto elevate nell’intero campo di frequenze in cui può essere ascritto il patrimonio edilizio del paese. Nell’ambito del Task 1 del Progetto S3, sono stati esaminati circa 2000 sismogrammi registrati dalla RAN (Rete Accelerometrica Nazionale) e dalle reti mobili installate nell’area epicentrale alcuni giorni dopo il mainshock. Queste analisi hanno consentito la calibrazione di leggi di attenuazione specifiche per l’area di studio (Luzi et al., 2006) e la simulazione numerica dell’evento del 31 ottobre (Franceschina et al., 2006). La seconda parte della tesi ha riguardato la definizione del modello geologico di sottosuolo per l’analisi di risposta sismica locale. I diversi studi geologici in merito (cfr. Baranello et al., 2003; Melidoro, 2004 e Guerricchio, 2005; Giaccio et al., 2004; Strollo et al., 2006) suggeriscono diverse ipotesi in merito alla morfologia profonda delle formazioni geologiche principali, il flysch di Faeto e le marne argillose di Toppo Capuana. Queste corrispondono, in buona sostanza, a diversi andamenti in profondità del contatto tra formazione argillo-marnosa ed il substrato flyschoide, identificati con altrettanti modelli geometrici di sottosuolo (basin, wedge, anvil). Tale fattore risulta fortemente influente sulla risposta sismica locale alle basse frequenze. Le ipotesi sono state verificate con riferimento ai risultati delle indagini geofisiche profonde, eseguite nell’area di San Giuliano di Puglia nell’ambito del Progetto S3; queste sono consistite in 3 inversioni tomografiche geoelettriche (Piscitelli, 2007), una campagna gravimetrica di dettaglio (Palmieri et al., 2006) e 2 linee sismiche a riflessione (Böhm, 2007). Sempre nell’ambito del Progetto S3, i risultati di queste indagini hanno consentito la costruzione di un modello geologico strutturale 3D dell’area (Caputo et al., 2007). La terza parte ha riguardato la definizione del modello geotecnico di sottosuolo per l’analisi di risposta sismica locale. Si è provveduto alla raccolta ed analisi di tutte le indagini geotecniche eseguite nel centro abitato, con particolare riferimento alla campagna del DPC per conto della Procura di Larino (Baranello et al., 2003), che ha consentito un’adeguata caratterizzazione geotecnica dell’unità argillosa. Durante questa campagna, nel 2003, sono state eseguite 11 prove down-hole e 3 prove cross-hole spinte anche oltre i 30 m di profondità, e, sui campioni di terreno prelevati, diversi laboratori hanno eseguito, oltre alle usuali prove di classificazione, numerose prove di compressione edometrica e isotropa, triassiali non drenate e di taglio torsionale ciclico e dinamico (Silvestri et al., 2006). I parametri meccanici attribuiti all’unità flyschoide provengono invece un’unica prova down-hole, eseguita nel corso della vasta campagna geognostica (2004-5) per la ricostruzione del paese. Il gran numero di sondaggi nell’intero centro urbano ha permesso una descrizione molto dettagliata della stratigrafia delle marne argillose di Toppo Capuana, il cui spessore più superficiale (mediamente fino a circa 10 m di profondità), si presenta caratterizzato da un alto grado di weathering e da un sensibile contrasto di impedenza sismica con le sottostanti argille intatte. L’eterogeneità della stratigrafia in direzione verticale ed orizzontale è stata rappresentata con diversi livelli di dettaglio, cioè assimilando la formazione superficiale ad un materiale omogeneo, oppure suddiviso in due strati, con spessori costanti oppure considerandone la variabilità con criteri geostatistici; tale approccio ha permesso di valutare l’influenza sull’amplificazione delle frequenze medio alte (oltre i 5 Hz) del dettaglio stratigrafico nella caratterizzazione dell’unità argillosa degradata. Nella quarta parte, il candidato presenta i risultati delle simulazioni numeriche 2D agli elementi finiti (codice QUAD4M), eseguite allo scopo di confrontare le diverse ipotesi formulate sull’andamento del bedrock e sulla stratigrafia superficiale, e validarle in base alle registrazioni strumentali. Come moti di riferimento sono state assunte due registrazioni della rete accelerometrica mobile di San Giuliano di Puglia, effettuate sulla formazione flyschoide nel corso degli aftershocks occorsi il 12 novembre (M=5.2) ed il 2 dicembre (M=4.0). Lo scuotimento in superficie simulato dalla modellazione numerica è confrontato, in termini sia di parametri sintetici del moto (accelerazioni di picco, intensità di Housner), sia di spettri di risposta, con le rispettive registrazioni eseguite alla superficie dell’unità argillosa e del flysch. L’ultima parte della tesi descrive lo scenario di scuotimento e di danno nel centro abitato indotto dal mainshock del 31 ottobre. Le simulazioni numeriche dello scuotimento sono state eseguite sui modelli di sottosuolo 2D elaborati lungo una sezione che attraversa l’asse longitudinale del centro urbano e validati nella fase precedente. I parametri del moto sono stati confrontati sia con quelli ottenuti tramite analisi 3D con il metodo degli elementi pseudo-spettrali (FPSM) lungo la medesima sezione (Klin e Priolo, 2007), e raffrontati con le amplificazioni registrate dalle stazioni accelerometriche mobili di San Giuliano di Puglia durante le scosse di assestamento. Le distribuzioni del danno corrispondenti alle analisi 2D e 3D sono state elaborate a partire dallo scuotimento, attraverso una correlazione tra l’intensità di Housner e quella macrosismica, espressa secondo la scala MCS (Mucciarelli et al., 2007). Gli scenari di danno così ottenuti hanno mostrato un buon accordo con quello osservato all’indomani della crisi sismica da Dolce et al. (2004). I risultati degli studi interdisciplinari sul centro urbano di San Giuliano di Puglia hanno quindi rappresentato una favorevole occasione per mettere a punto metodologie di previsione numerica di risposta sismica locale, evidenziandone la sensibilità a fattori geometrici e meccanici. La ricerca ha offerto inoltre la possibilità di esprimere i risultati di tali simulazioni in termini di grandezze significative per la rappresentazione del danno ai manufatti.
    Description: Università della Calabria (Prof. Francesco Silvestri) - DPC-INGV (Progetto S3, 2004-2006 - coordinatori: Dott.ssa F. Pacor e Prof. M. Mucciarelli)
    Description: Unpublished
    Description: 4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismica
    Description: open
    Keywords: Risposta Sismica Locale ; Intensità di Housner ; San Giuliano di Puglia ; 2D-FEM (Quad4M) ; Scenari di danno ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.11. Seismic risk
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: thesis
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  • 4
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: In the months following the April 6th, 2009, L’Aquila earthquake, several Italian and foreign research institutions installed dozens of seismic stations to monitor more than 100 localities with the aim of studying the local site effects in the epicentral area (upper and middle Aterno valley). The stations (accelerometers and velocimeters) have been deployed inside or very close to the inhabited areas. Among the investigated sites there are Onna, where almost the totality of the buildings collapsed, and the historic centre of L’Aquila, both towns suffering many casualties. The preliminary results for the examined sites show an extreme variability of ground motion and significant amplification for the most damaged localities.
    Description: In press
    Description: 4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismica
    Description: N/A or not JCR
    Description: open
    Keywords: site effects ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.99. General or miscellaneous
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
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  • 5
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: On 6 April 2009, 01:32:40 UTC, an Mw 6.3 earthquake occurred in the Abruzzo region (central Italy), close to L’Aquila, a town of 68,500 inhabitants. About 300 people died because of the collapse of many residential and public build¬ings, and damage was widespread in L’Aquila and its neighbor¬ing municipalities. The earthquake occurred at 9.5 km depth along a NW-SW normal fault with SW dip, located below the city of L’Aquila (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia [INGV] 2009a). The maximum observed intensity is IX–X in the MCS scale and the most relevant damages are distributed in the NW-SE direc¬tion, with evident predominance toward the southeast (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia 2009b). This event rep¬resents the third largest earthquake recorded by strong-motion instruments in Italy, after the 1980 Mw 6.9 Irpinia and the 1976 Mw 6.4 Friuli earthquakes (Luzi et al. 2008). The mainshock was followed by seven aftershocks of moment magnitude larger than or equal to 5, the two stron¬gest of which occurred on April 7 (Mw = 5.6) and April 9 (Mw = 5.4). The mainshock and its aftershocks have been recorded by several digital stations of the Italian strong-motion network (Rete Accelerometrica Nazionale, R AN), operated by the Italian Department of Civil Protection (DPC); by the Italian seismometric network (Rete Sismometrica Nazionale, operated by INGV-Centro Nazionale Terremoti (CNT); http://cnt. rm.ingv.it); and by a temporary strong-motion array installed by the INGV Sezione di Milano-Pavia (MI-PV; http://www. mi.ingv.it). A total of 56 three-component strong-motion record¬ings were obtained within 280 km for the mainshock, with 23 being within 100 km of the epicenter. Horizontal peak ground motions in the near-fault region range from 327 to 646 cm/sec2, the latter representing one of the highest values recorded in Italy. This strong-motion data set, consisting of 954 waveforms from Mw 〉 4.0 events, is unique in Italy because it is entirely digital and includes observations from near-fault dis¬tances to some hundred kilometers away. The data set has been integrated in the new Italian strong-motion database ITACA (ITalian ACcelerometric Archive), available at http://itaca. mi.ingv.it. This paper provides an overview of the strong-motion recordings of the mainshock and the two strongest aftershocks with preliminary analyses of different strong-motion param¬eters as a function of distance, azimuth, and site conditions.
    Description: Published
    Description: 951-966
    Description: 4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismica
    Description: JCR Journal
    Description: open
    Keywords: L'Aquila ; strong-motion ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.04. Ground motion
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Expected Availability
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  • 6
    Publication Date: 2022-05-25
    Description: We describe the main structure and outcomes of the new probabilistic seismic hazard model for Italy, MPS19 [Modello di Pericolosità Sismica, 2019]. Besides to outline the probabilistic framework adopted, the multitude of new data that have been made available after the preparation of the previous MPS04, and the set of earthquake rate and ground motion models used, we give particular emphasis to the main novelties of the modeling and the MPS19 outcomes. Specifically, we (i) introduce a novel approach to estimate and to visualize the epistemic uncertainty over the whole country; (ii) assign weights to each model components (earthquake rate and ground motion models) according to a quantitative testing phase and structured experts’ elicitation sessions; (iii) test (retrospectively) the MPS19 outcomes with the horizontal peak ground acceleration observed in the last decades, and the macroseismic intensities of the last centuries; (iv) introduce a pioneering approach to build MPS19_cluster, which accounts for the effect of earthquakes that have been removed by declustering. Finally, to make the interpretation of MPS19 outcomes easier for a wide range of possible stakeholders, we represent the final result also in terms of probability to exceed 0.15 g in 50 years.
    Language: English
    Type: info:eu-repo/semantics/article
    Format: application/pdf
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