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  • 1
    Publication Date: 2021-09-02
    Description: Si tratta di appunti ordinati in modo tale da poter rappresentare una guida tecnica alle operazioni di pianificazione, messa in opera ed elaborazione dati in una campagna di misure ERT. Lo stile essenziale e schematico si rivolge agli addetti ai lavori per rappresentare uno strumento di rapida consultazione o di aggiornamento sulla tecnica 3D. Il testo si presenta in forma di procedure e tavole sinottiche per rappresentare uno strumento di rapida consultazione o di verifica nel momento della necessità pratica. Le varie tecniche descritte derivano in gran parte dallo studio dei manuali e dall’esperienza diretta. Per questo motivo manca una bibliografia ma si troveranno dei riferimenti al software impiegato. Questa esperienza è stata maturata su un dispositivo Syscal Pro a 72 elettrodi e di conseguenza ogni applicazione pratica è riferita nel dettaglio a questo strumento e al software ad esso compatibile. Le tecniche e le procedure descritte possono tuttavia essere riproducibili o adattabili con altre attrezzature. Questa guida è diretta quindi al mondo dei professionisti e della ricerca geofisica ma i primi capitoli possono essere utili anche agli studenti dei corsi universitari di Geofisica Applicata. Il primo capitolo offre un’introduzione teorica essenziale pensata per i geologi. Il secondo descrive la tecnica in modo altrettanto essenziale.
    Description: INGV
    Description: Unpublished
    Description: 7A. Geofisica per il monitoraggio ambientale
    Keywords: ERT ; Tomografia elettrica ; Syscal ; SEV ; SEO ; Geoelettrica ; prospezione ; 3d ERT ; 04.02. Exploration geophysics ; 05.04. Instrumentation and techniques of general interest
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: article
    Location Call Number Expected Availability
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  • 2
    Publication Date: 2024-03-05
    Description: In questa tesi si intende presentare i risultati di una sperimentazione condotta sia in laboratorio che su rocce in sito, tendente a dimostrare l’esistenza di emissioni radio a bassissima frequenza (bande ELF, VF, VLF) in associazione alla sollecitazione meccanica di masse litoidi. Questo effetto supporta l’ipotesi che ha motivato sia la costruzione dell’apparecchio utilizzato nella rilevazione dei segnali che la tesi stessa: la possibilità di individuare nei segnali radiosismici un fenomeno precursore attendibile. L’effetto però si può estendere al monitoraggio della stabilità di versanti rocciosi (eventuale previsione di frane) e ad altre applicazioni geologiche di monitoraggio e prospezione. Il metodo consiste nello studio della radiazione elettromagnetica naturale in banda acustica (20 Hz – 20 kHz) in quanto questa si adatta più facilmente all’ordinaria disponibilità dei mezzi hardware e software. Ciò lo rende particolarmente accessibile a basso costo. Il fenomeno all’origine di queste emissioni può avere diversi modelli di interpretazione. Qui si farà riferimento in particolare a quello proposto dal candidato, senza tuttavia trascurare altre possibilità. Il rilevatore, chiamato “radiogeofono”, è stato costruito dal candidato appositamente per questo scopo. La sperimentazione in sito si è svolta in una cava di calcare massiccio su fronti abbattuti da volate di mine. La sperimentazione in laboratorio si è svolta su campioni di varie litologie (calc.massiccio, calcare a rudiste, scaglia variegata, porfido) sottoposti a compressione uniassiale. Oltre al radiogeofono sono stati impiegati sensori aerei e apparecchiature radio convenzionali per monitorare: onda acustica, onda di pressione, emissioni elettromagnetiche nelle bande HF e UHF. Le registrazioni analogiche sono state convertite in campionamenti digitali per poter essere sottoposte a processi software di filtraggio ed analisi numerica (oscillogrammi e spettrogrammi). Sono stati rilevati segnali emessi dalla roccia associabili alla variazione dello stato tensionale e alla successiva fratturazione sia in condizione di distensione (esperimenti in cava) che di compressione (esperimenti in laboratorio). E’ stato verificato che in banda E-VLF i segnali premonitori della rottura si possono rilevare sistematicamente. Tali emissioni hanno un’intensità massima in banda radioacustica che decresce all’aumentare della frequenza diventando quindi molto bassa sulle bande radiofoniche di maggiore utilizzazione. Il meccanismo di emissione, qualunque esso sia, si è dimostrato più o meno efficiente in funzione del tipo di roccia e delle condizioni di sforzo che la portano alla rottura. Lo studio delle emissioni elettromagnetiche naturali in banda ELF e VLF si è dimostrato dunque un metodo particolarmente promettente al fine di prevedere un sisma o comunque la rottura di una massa litoide.
    Description: Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Roma "La Sapienza".
    Description: Unpublished
    Description: OST5 Verso un nuovo Monitoraggio
    Keywords: terremoto ; precursori sismici ; emissione elettromagnetica ; dilatanza ; microfratturazione ; VLF ; 04.02. Exploration geophysics ; 05.04. Instrumentation and techniques of general interest ; 04.06. Seismology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: thesis
    Location Call Number Expected Availability
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  • 3
    Publication Date: 2024-03-05
    Description: Lo studio prende in esame principalmente una porzione continua di spettro EM che si estende da 20 Hz a 20 kHz attraversando le bande radio ELF e VLF. La scelta di questa banda ha consentito un’accurata discriminazione dei fenomeni attraverso l’analisi spettrale del segnale EM, resa possibile dall’adozione di tecnologie già disponibili nel campo dei segnali acustici. Il fenomeno di emissione EM associata alla sollecitazione meccanica della roccia si presenta sotto forma di segnali impulsivi. In laboratorio si sono potute distinguere due categorie di segnale impulsivo, ciascuna caratterizzata da un proprio stile riconoscibile nell’analisi comparata della distribuzione spettrale, degli eventi e delle intensità. La sorgente dell’emissione può essere attribuita alla microfratturazione attraverso il modello della frattura in un dielettrico. Il potenziale generato su ogni singola frattura sembra essere dell’ordine delle centinaia di Volt e potrebbe raggiungere il migliaio. Il primo tipo di emissione (SIO), ad alta frequenza, è associabile meccanicamente alla formazione dei crack e indipendentemente dalla scala si può suddividere in insiemi di unità: impulsi, treni di impulsi ed episodi di emissione dei treni. Il secondo e più intenso tipo di sequenza (SID) è invece a bassa frequenza e associabile all’apertura delle fratture. In questo caso nella distribuzione temporale degli eventi si possono riconoscere degli episodi legati alla rottura da una relazione di proporzionalità. La fenomenologia nel suo complesso è stata osservata in ogni tipo di litologia esaminata con differenze non dipendenti direttamente dalla mineralogia ma piuttosto riconducibili all’omogeneità strutturale e allo stile deformativo del materiale. Malgrado questa variabilità abbia influenzato anche l’intensità dell’emissione, la sequenza SID, almeno nella fase parossistica, è osservabile in ogni prova e quindi la sua occorrenza appare sistematica. Nell’ambiente naturale in tre occasioni è stato riconosciuto un segnale riconducibile alla SIO, in tutti i casi associabile ad un sisma di magnitudo ≥ 4.5 succeduto nell’arco di 3~4 giorni. Rispetto all’emissione osservata in laboratorio mostra la stessa distribuzione spettrale e una distribuzione temporale analoga su scala maggiore. L’eventuale presenza dell’emissione SID potrebbe non essere stata risolta dal dispositivo di rilevamento. In generale sono ipotizzabili l’esistenza di una soglia di magnitudo legata all’occorrenza del precursore EM e la sistematicità della successione di un sisma all’emissione EM. E’ ipotizzabile inoltre la presenza di elementi utili alla previsione temporale dell’evento catastrofico nella caratterizzazione della variabilità del fenomeno stesso e la possibilità di risalire alla posizione della sorgente del segnale indipendentemente dalla direttività del sensore. Sebbene si tratti solo di ipotesi, le caratteristiche di questo tipo di precursore sarebbero tali da giustificare l’avanzamento di nuovi studi per la loro verifica.
    Description: Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Roma "La Sapienza"
    Description: Unpublished
    Description: OST5 Verso un nuovo Monitoraggio
    Keywords: terremoto ; fenomeni precursori ; emissioni elettromagnetiche ; dilatanza ; microfratturazione ; VLF ; 04.02. Exploration geophysics ; 04.06. Seismology ; 05.04. Instrumentation and techniques of general interest
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: thesis
    Location Call Number Expected Availability
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