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  • 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring  (2)
  • rumore sismico ambientale  (2)
  • 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.04. Ground motion  (1)
  • 1
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Il 23 dicembre 2008 un terremoto di magnitudo (ML) 5.2 ha interessato l’area pede-appenninica fra le provincie di Reggio Emilia e Parma. L’evento sismico, avvertito da gran parte della popolazione dell’Italia centro-settentrionale, è stato localizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ad una profondità ipocentrale di circa 23 km tra i comuni di Vetto, Canossa e Neviano degli Arduini (Lat. 44.544N e Lon. 10.345E). La scossa principale è stata preceduta di 6 minuti da un evento di ML 3.4 e seguita nelle ore e nei giorni successivi da numerose repliche alcune delle quali hanno superato la soglia di magnitudo 31. A parte il comprensibile effetto sulla popolazione, che dopo l'evento sismico si è in molti casi riversata nelle strade, sono stati registrati danni moderati distribuiti in una zona piuttosto ampia delle provincie di Parma, Reggio Emilia e Modena. Il rilievo diretto degli effetti macrosismici effettuato dal gruppo QUEST2 nei giorni immediatamente successivi all'evento "ha evidenziato situazioni di danneggiamento sporadico, distribuito su un’area abbastanza ampia. Si tratta in genere di caduta di comignoli, slittamento di tegole, crepe sui muri, talvolta passanti, e fessurazioni negli intonaci. Raramente crollo di vecchie murature. Prevalentemente il danneggiamento è limitato all’edilizia monumentale (chiese, castelli, palazzi comunali, ecc.) e a situazioni di generale degrado preesistente, sia sull’edilizia monumentale stessa (in particolare numerose chiese di campagna, utilizzate di rado) che su quella ad uso abitativo” [Ercolani et al., 2009]. A poche ore dal mainshock personale afferente alla Rete Sismica Mobile (RSM) del Centro Nazionale Terremoti (CNT), in sinergia con i colleghi della Sezione Milano–Pavia, ha installato alcune stazioni sismiche ad integrazione della Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’INGV già presente nell’area con l’obiettivo di acquisire dati di maggiore qualità e dettaglio in modo tale da poter studiare le sorgenti sismiche, l’evoluzione spazio-temporale della sequenza e caratterizzare attraverso la micro sismicità, le strutture di faglia attivate. L’acquisizione del segnale sismico è continuata per circa 2 mesi fornendo dati in continuo per circa 15Gb. Tale dataset è oggi disponibile integrato nel sistema di archiviazione e gestione dei dati prodotti dalla RSN dell’INGV [Moretti et al., 2010c] e distribuito nel formato standard internazionale SEED (Standard for the Exchange of Earthquake Data) attraverso il portale EIDA3. In questo lavoro, dopo una breve descrizione sismologica dell’area, vengono presentati i dettagli tecnici dell’intervento e le specifiche relative all’archiviazione e distribuzione dei dati.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
    Description: Published
    Description: 1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionale
    Description: open
    Keywords: Seismic Monitoring ; Emergency ; Waveform archive ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 2
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: Lo studio dei fenomeni franosi avvenuti a seguito della scossa del 14 ottobre 1997 si è conclusa con la produzione di una mappa della suscettibilità alle frane di crollo. Il metodo condotto non era mai stato applicato a questo tipo di frane in Italia, sia perché la tecnologia informatica non era ancora adatta ad elaborare dati georeferenziati e quindi si potevano solo fornire indicazioni qualitative (vedi caso del Friuli) ed inoltre non erano disponibili banche dati sufficienti sugli effetti indotti dai terremoti passati. La mappa prodotta ha il limite di riferirsi ad un terremoto specifico, ossia con una sorgente sismica ed una magnitudo ben definite. La mappa riguarda quindi un solo evento, in quanto modificando i due dati suddetti è possibile creare scenari diversi, anche in zone diverse da quella studiata. Il lavoro svolto ha evidenziato innanzitutto l'importanza della raccolta dei dati, in quanto disponendo di informazioni dettagliate riferite al territorio è possibile in breve tempo, con l'utilizzo dei SIT, redarre una mappa come quella del presente studio. Fondamentale è il modello digitale del terreno da cui sono state ricavate le pendenze, fortemente correlate alle frane, ma anche i dati sismici; infatti invece della legge proposta si potrebbe applicare ad esempio una legge di attenuazione migliore, oppure considerare un parametro sismico che rappresenti meglio il terremoto. In ogni caso, lo studio proposto ha evidenziato come le frane di crollo siano ben correlate a certi parametri; questo, in un'ottica di gestione e pianificazione del territorio, pone l'accento sulla prevedibilità di questo tipo di frane. Infatti non è solo necessario prevedere un terremoto nello spazio e nel tempo, ma anche gli effetti che un terremoto può causare, in modo da poter ridurre i rischi per l'uomo. L'analisi relativa al danneggiamento degli edifici ha prodotto vari risultati. In primo luogo è stato possibile, in un tempo relativamente breve (pochi mesi), redarre le mappe del danneggiamento relativo all'intera area colpita dal sisma. Il metodo proposto possiede la caratteristica di valutare il danneggiamento omogeneamente sul territorio, considerando poche e distinte classi di danno, facilmente individuali per fotointerpretazione. Il materiale necessario è rappresentato dalle foto aeree di un volo effettuato appena dopo l'evento e dai dati ISTAT relativi agli edifici residenziali. Anche se non si possono fornire dei valori quantitativi precisi, in quanto si sottostimano i danni minori, i risultati dello studio possono essere comunque utilizzati per individuare le priorità di intervento e valutare una prima assegnazione dei finanziamenti per la ricostruzione.
    Description: Università degli Studi di Milano - Bicocca
    Description: Published
    Description: 4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismica
    Description: 4.4. Scenari e mitigazione del rischio ambientale
    Description: open
    Keywords: frane sismo-indotte ; frane di crollo ; vulnerabilità edifici ; danno edifici ; gis ; terremoto umbria-marche 1997 ; 04. Solid Earth::04.04. Geology::04.04.01. Earthquake geology and paleoseismology ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.04. Ground motion ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.11. Seismic risk
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: thesis
    Location Call Number Expected Availability
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  • 3
    Publication Date: 2017-04-04
    Description: SQLX è un software che si propone come strumento per il controllo di qualità dei segnali sismici registrati in continuo dalle reti di monitoraggio. Attualmente è diventato un prodotto commerciale distribuito esclusivamente da Nanometrics Inc. (www.nanometrics.ca/products/sqlx) e sviluppato e supportato da Boaz Consultancy. SQLX sostituisce la vecchia versione conosciuta con il nome di PQLX. I maggiori utilizzatori del prodotto sono l’USGS-NEIC, l’IRIS-DMC e ORFEUS. La possibilità di verificare velocemente per ogni canale sismico acquisito le ordinate spettrali e la loro variabilità è utile per poter indagare i livelli di disturbo al sito, individuare le cause e le origini dei disturbi e monitorare le prestazioni degli strumenti. Infatti, l’elaborazione sistematica del segnale continuo e la produzione di parametri statistici che ne rappresentino il contenuto nel dominio delle frequenze evidenzia l’emergere delle caratteristiche stazionarie del rumore di fondo naturale presente in ogni sito, sempre presente ovunque si installi una stazione sismica. Il rumore di fondo può essere composto da sorgenti naturali e/o antropiche che si manifestano in differenti bande di frequenza a comporre una generale firma spettrale che è riconoscibile generalmente in tutti i siti di rilevamento. Questa forma dello spettro del rumore di fondo è ben riprodotta e contenuta all’interno di curve di riferimento ottenute dagli estremi di tutti i segnali registrati in siti differenti sul pianeta [Peterson, 1993]. Il rumore di fondo, per la sua natura aleatoria, ha un’ampia variabilità che in gran parte è contenuta all’interno delle curve di riferimento ed in generale si esprime con ben determinate caratteristiche. Ad esempio, se la strumentazione utilizzata lo permette, all’ interno dello spettro del rumore di fondo è sempre riconoscibile un picco spettrale intorno a 0.2 Hz generato dal segnale che si propaga a partire dai fondali marini al di sotto delle tempeste marine; oppure è caratterizzato da una risalita delle ampiezze con l’aumentare della frequenza al di sopra di 1 Hz se il sito è vicino a centri urbani e/o aree industriali. Quindi, risulta importante valutare quanto una stazione sismica sia disturbata rispetto agli obiettivi del monitoraggio sismico, confrontando le ampiezze spettrali dei segnali dei terremoti con quelle delle sorgenti di rumore sismico. Questa valutazione permette di definire quanto una stazione sismica risulta rumorosa e se è in grado di rilevare i segnali di eventi sismici. Inoltre, disponendo della strumentazione adeguata e all’avanguardia, è importante che tale strumentazione stia funzionando correttamente in modo da poterne sfruttare appieno le prestazioni. Individuando le anomalie e la loro periodicità all’interno del rumore di fondo medio di un sito, è possibile ipotizzare ed individuare guasti della strumentazione, malfunzionamenti e/o elementi che indicano possibili miglioramenti nelle configurazioni di installazione degli strumenti. Produrre un’analisi spettrale continua, il calcolo delle statistiche dei livelli di disturbo e l’archiviazione in un Database (DB) su centinaia di canali sismici sono operazioni che richiedono buone risorse di calcolo e strumenti software adeguati per permettere rapide analisi e per gestire la mole di dati prodotta. In questo rapporto è descritto il test di installazione e funzionamento eseguito con licenza di prova per verificare le potenzialità e le nuove opzioni di analisi del programma SQLX. Inoltre vengono mostrati alcuni esempi di consultazione dei risultati per descrivere come sfruttare SQLX per ipotizzare l’origine di alcune anomalie del segnale.
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Centro Nazionale Terremoti
    Description: Published
    Description: 1IT. Reti di monitoraggio e Osservazioni
    Description: open
    Keywords: SQLX ; data quality ; seismic ambient noise ; qualità del dato ; rumore sismico ambientale ; 04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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  • 4
    Publication Date: 2020-04-29
    Description: Ambient seismic noise is the component of the signal discarded in the procedures for interpreting the waveforms of earthquakes. The Signal / Noise ratio (S / N) is a parameter for assessing the quality of the seismic data in relation to the possibility of detecting the phases of earthquakes useful for their location. The signal is represented by the seismic event, which is a rare transient when seismic sequences are not in progress. Using high-performance seismic equipment, the noise is represented by the ambient seismic noise, which is detected in the form of vibrations imperceptible by humans. In cases where the dynamics of the instrument is restricted and its intrinsic noise is high, the seismic ambient noise cannot be detected, information relating to the medium crossed from the source to measurement point is lost and its variations cannot be revealed. Ambient seismic noise is a stochastic process from which stationary characteristics can be extracted, related to natural or anthropic sources that generally occur at different frequencies. Rapid vibrations with cycles below one second are well documented in the literature and are generally linked to anthropogenic activities, caused by industrial plants, domestic appliances, vehicular traffic and any transfer of energy to the ground that propagates seismic waves (Peterson, 1993; McNamara and Buland, 2004). The restrictive measures issued by the Italian Government in year 2020 due to the contagion from COVID-19 (http://www.governo.it/it/coronavirus-normativa) have significantly reduced the sources of cultural seismic noise that transmit seismic waves into the ground, which are not perceived by people but only detectable by seismic instruments. In Italy, the territory is monitored in real time and continuously by the National Seismic Network (RSN) of the National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV Seismological Data Center, 2006). Some works show how it is possible to characterize the variability of seismic noise on the national territory, identifying the origin and nature of seismic waves of background vibrations (Marzorati and Bindi, 2006; Marzorati, 2007; Marzorati and Bindi, 2008; Li et al., 2010 ; Vassallo et al., 2012). This report shows the reduction of the average levels of seismic noise in the frequency range between 2 and 8 Hz, so as to be able to exclude natural sources at lower frequency and to analyze signals that have the ability to propagate at significant distances from the sources, in order to reach seismic stations located in large italian cities or in their surroundings. The seismic data of seismic stations of the RSN were analyzed by extracting the seismic noise values from the web services (INGVWS) of the National Earthquake Observatory (ONT) INGV (http://webservices.ingv.it).
    Description: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
    Description: Unpublished
    Description: 4T. Sismicità dell'Italia
    Keywords: rumore sismico ambientale ; rete sismica nazionale ; covid-19 ; detection ; 04.06. Seismology
    Repository Name: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
    Type: report
    Location Call Number Expected Availability
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